Exor sorpassa Eni nella gara dei fatturati

La holding degli Agnelli sul podio grazie a Fca, ma per utili è medaglia d'argento

Nel 2014, dopo undici anni di supremazia, l'Eni è stata sorpassata dalla Exor nella classifica delle aziende italiane per fatturato, scivolando in seconda posizione davanti a Enel, stabile al terzo posto. È la prima novità rispetto al 2013 che spunta dalla fotografia scattata dal rapporto annuale dell'ufficio studi Mediobanca sulle principali società del Paese. La cassaforte degli Agnelli chiude il 2014 con ricavi a 122,2 miliardi, per metà realizzati da Fiat Chrysler. Il Cane a sei zampe registra invece un calo dei ricavi del 4,2% a 109,8 miliardi. In quarta posizione alle spalle di Enel si attesta Gse, società pubblica attiva nella compravendita di energia elettrica, seguita da Telecom Italia, mentre Luxottica è risultata prima nel ranking del sistema «Moda».

Il podio però cambia se si prendono in considerazione gli utili del biennio 2013-2014: Eni riconquista la vetta, davanti a Enel, con Exor che scivola sul gradino più basso del podio. Da segnalare che Poste è sesta per utili ma undicesima per fatturato: se i premi assicurativi del gruppo fossero però sommati ai ricavi postali e finanziari, emergerebbe un gruppo da 24,5 miliardi che diverrebbe così quinto nella classifica assoluta, davanti a Telecom. Quanto alle medaglie dei debiti, Exor conquista l'oro con 60,2 miliardi in aumento del 13,2%, l'argento va a Enel (57 miliardi, in calo del 2,2% sul 2013) e il bronzo a Telecom Italia (34,6 miliardi in calo dell'1%). Da notare anche che quasi la metà delle venti maggiori imprese italiane dell'industria e dei servizi sono oggi a controllo straniero: erano sette a fine 2014, cui ora vanno ad aggiungersi Pirelli (passata al gruppo cinese ChemChina) e Telecom (il cui 20% fa capo alla francese Vivendi).

Sul fronte bancario, la Cdp entra per la prima volta nella classifica delle big del credito per totale attivo tangibile, con 350 miliardi (+11,3% sul 2013) e si colloca al terzo posto davanti al Monte dei Paschi (183 miliardi). UniCredit conserva la prima posizione (-0,2% a 838,6 miliardi) davanti a Intesa, in rimonta, (639 miliardi, +3,6%).

Ma se si considerano gli utili 2014 si vede strappare il primo posto dalla Cassa che ha portato a casa 2,17 miliardi mentre l'istituto milanese «solo» due miliardi. Il costo del lavoro per dipendente bancario è aumentato del 4% a 73.600 euro medi (ma 69mila per le Bcc e quasi 120mila per le banche di investimento).

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