Famiglie ottimiste ma i redditi languono

In calo la quota di nuclei che prevedono un peggioramento economico

Famiglie ottimiste ma i redditi languono

Le attese delle famiglie italiane sulla situazione economica generale e sul mercato del lavoro sono migliorate anche se la percezione del reddito disponibile è ancora influenzata dallo scenario macroeconomico negativo. È quanto emerge dalla quinta edizione dell'«Indagine straordinaria» realizzata dalla Banca d'Italia su un campione di circa 2.500 nuclei alla fine dello scorso aprile, prima dell'allentamento delle misure anti-Covid.

In particolare, il saldo delle risposte sulle prospettive dell'Italia, pur restando negativo, è fortemente aumentato. La percentuale di famiglie che si attende un peggioramento del quadro generale nei successivi dodici mesi è diminuita di 8 punti percentuali, portandosi al 38%, il valore più basso dall'avvio della rilevazione nella primavera del 2020. Anche le aspettative sul mercato del lavoro nei successivi dodici mesi sono divenute più favorevoli. Le attese sulla situazione economica familiare sono rimaste sostanzialmente invariate rispetto a inizio anno: oltre il 70% dei nuclei si attende per il 2021 un reddito in linea con quello percepito nel 2020. Circa un sesto, invece, ritiene che sarà inferiore. Il peggioramento delle condizioni reddituali è ancora mitigato dalle misure di sostegno al reddito: tra marzo e aprile del 2021 ne avrebbe beneficiato poco più di un quinto dei nuclei intervistati. Le famiglie «con capofamiglia lavoratore autonomo o disoccupato continuano a essere più pessimiste rispetto a quelli con dipendenti e pensionati, ma il divario si attenua», rilevano gli analisti dell'istituto guidato da Ignazio Visco.

«I comportamenti di consumo restano condizionati dall'emergenza sanitaria», prosegue Via Nazionale sottolineando che «è ancora elevata (circa l'80%, come nella rilevazione precedente) la quota di famiglie che dichiarano di aver ridotto le spese per servizi di alberghi, bar e ristoranti e di aver fatto meno frequentemente acquisti in negozi di abbigliamento rispetto al periodo precedente la pandemia». Sette famiglie su dieci riportano una minore spesa per i servizi di cura della persona.

La contrazione interessa anche i nuclei che arrivano con facilità alla fine del mese. Preoccupata Fipe-Confcommercio: se il quadro sanitario evolverà positivamente, la ristorazione tornerà ai livelli di fatturato dell'estate 2019 solo nel 2023.

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