La grande distribuzione ha sempre più potere nel mercato degli alimentari e questo potrebbe avere ripercussioni anche a danno dei consumatori. A mettere in luce le criticità del settore è l'Antitrust, che ha concluso l'indagine conoscitiva sul ruolo di supermarket e ipermercati nella filiera agroalimentare e assicura che valuterà con attenzione i nuovi assetti di mercato, intervenendo anche con i nuovi strumenti previsti dalla normativa.
Dall'indagine, terminata nelle scorse settimane, emerge un «aumento del potere di mercato della grande distribuzione organizzata nei rapporti commerciali con i fornitori, anche attraverso un rafforzamento del ruolo delle centrali di acquisto».
L'Autorità guidata da Giovanni Pitruzzella individua criticità che riguardano sia le caratteristiche strutturali sia quelle di funzionamento del settore. E gli effetti «si riverberano non solo sulle condizioni economiche nel mercato a monte dell'approvvigionamento, ma anche in quello a valle delle vendite, con possibili ripercussioni a danno dei consumatori finali».
Tre i punti salienti dell'analisi. Innanzitutto, la differenza tra la concentrazione contenuta a livello nazionale ma non a livello locale, dove esiste un «grado di concentrazione molto alto, che pesa sui rapporti di forza degli attori della filiera». In secondo luogo è aumentata la presenza delle supercentrali d'acquisto (7 in tutto, che aggregano 21 catene, con una quota delle vendite nazionali complessive della Gdo pari a quasi l'80%), nate per rispondere alla pressione concorrenziale dei grandi gruppi internazionali, ma che negli ultimi anni «hanno subito trasformazioni che sollevano problemi concorrenziali», prima tra tutte la «variabilità della loro composizione, con operatori che entrano e escono dalle diverse centrali».
Infine, «emerge un quadro di rapporti conflittuali tra produttori e Gdo sui contributi versati dai primi a fronte della prestazione di servizi espositivi, distributivi e promozionali», che mette in difficoltà i fornitori.
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