Fca «allunga» il rilancio dell'Alfa

Il piano scivola al 2020. Nel 2015 utile netto rettificato a 2 miliardi e Marchionne alza i target al 2018

Pierluigi BonoraL'ultimo bilancio di Fca, con al suo interno Ferrari, ha visto l'ad Sergio Marchionne sorprendere le attese, alzando gli obiettivi del piano al 2018, in conclusione di «un 2015 con risultati fenomenali». Come previsto, però, c'è anche il rovescio della medaglia: il completamento della gamma Alfa Romeo è stato posticipato al 2020 insieme al lancio di alcuni modelli, non più tra il 2017 e il 2018, ma tra il 2018 e, appunto, il 2020. L'investimento di 5 miliardi, quindi verrebbe spalmato in più anni (e ridotto al 2018). Confermate, dunque, le recenti anticipazioni del Giornale. La cause vanno ricercate, ha ricordato Marchionne, nella situazione in Cina. «Dobbiamo garantire - ha spiegato l'ad - una distribuzione adeguata del marchio nel mondo. È meglio lanciare una macchina perfetta, che una incompleta troppo presto».Per la nuova Giulia, comunque, non ci saranno altre sorprese: a Ginevra il lancio della gamma e via alla produzione in questo trimestre. Seguirà il Suv, quindi il resto della gamma. I maggiori costi che le Case devono affrontare per ottemperare alle normative sempre più stringenti, il crollo del mercato brasiliano e le complicazioni in Cina rappresentano gli altri aspetti negativi che Fca dovrà affrontare. Nessuna anticipazione sui nuovi volumi di vendita del gruppo, visto che la stima di 7 milioni al 2018 non sarà raggiunta («non è un target importante».Fca ha chiuso il 2015 con risultati migliori delle attese, ma c'è cautela sull'immediato. «Quando ci si trova ad affrontare acque agitate - ha affermato l'ad - serve una buona organizzazione. Dobbiamo attraversare il deserto; nel 2018 saremo in una posizione migliore di oggi». Fredda però la Borsa: -0,86% e titolo a 6,95 euro.Inclusa Ferrari, i ricavi netti annuali di Fca sono cresciuti del 18% a 113,2 miliardi, l'ebit adjusted del 40% a 5,3 miliardi e l'utile netto adjusted del 91% a 2 miliardi (377 milioni se consideriamo oneri, riallineamento della capacità produttiva negli Usa e campagne di richiamo). Al 31 dicembre scorso la liquidità disponibile è rimasta forte (25,2 miliardi) e l'indebitamento netto industriale era pari a 6 miliardi (da 7,7 di fine 2014). Nel 2015 i veicoli consegnati a livello globale sono stati 4,6 milioni, in linea con il 2014. A seguito della scissione di Ferrari, completata il 3 gennaio, il gruppo ha iniziato il 2016 con un indebitamento pari a 5 miliardi. In dettaglio, i ricavi netti 2015 di Fca sono saliti del 6% a parità di cambi, con incrementi nell'area Nafta (+13% a parità di cambi), Emea (+11%) e Componenti (+11%), in parte compensati dai cali in America Latina (-18%; in Brasile il gruppo ha venduto il 33% in meno, restando però leader), Apac (-31%) e Maserati (-22%; la visione è però positiva grazie alla prossima disponibilità del Suv, Levante, e all'integrazione della rete vendita con quella di Alfa Romeo).Rivisti al rialzo i target del piano al 2018 nonostante lo spin-off di Ferrari. Le attese sui ricavi sono state alzate da 129 a circa 136 miliardi, quelle sull'Ebit ajusted da 8,3-9,4 miliardi a 8,7-9,8 miliardi con un margine confermato tra il 6,4 e il 7,2%. L'utile netto adjusted è atteso al rialzo tra 4,7 e 5,5 miliardi, invece dei 4,5 e 5,3 precedenti, mentre il target sull'indebitamento netto rispetto ai 5 miliardi di debito del 2015 è previsto passi a una cassa compresa tra 4-5 miliardi (la precedente stima del maggio 2014 era tra 1,9 e 2,4 miliardi).Il gruppo, inoltre, stima per Jeep vendite in aumento a 2 milioni al 2018 rispetto agli 1,9 milioni già stimati. Per l'Europa, il piano rivisitato di Fca prevede una crescita dei margini con ebit al 4%, dal 2,3% precedente. E grazie al successo dei nuovi prodotti si prevede poi un maggiore utilizzo degli impianti, con una forte performance di Jeep grazie al lancio di nuovi prodotti. Quindi, mantenendo un forte focus sui costi, si guarda a un rafforzamento del mix di prodotti specie con il marchio Jeep e la famiglia 500.

Precisazione di Marchionne, infine, sul tema emissioni: «Le tecnologie per il controllo rispondono alle regolamentazioni vigenti e le vetture funzionano, nello stesso modo, su strada e in laboratorio a parità di condizioni».

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