Pierluigi Bonora
Mike Manley, rientrato negli Usa dopo i drammatici giorni trascorsi a Torino segnati dalla scomparsa di Sergio Marchionne, si è presentato allo staff di Auburn Hills, nel Michigan, nel nuovo ruolo di ad di Fiat Chrysler Automobiles. Ora, nel quartier generale alle porte di Detroit, Manley è chiamato a riorganizzare la squadra in funzione, soprattutto, delle dimissioni di Alfredo Altavilla da responsabile della regione Emea (Europa, Africa e Medio Oriente). Il risiko sarà completato nel mese. Insieme alla messa a punto del top management di Fca, Manley dovrà guardare allo spinoso tema degli stabilimenti in Italia (da qui la priorità di ridare presto un capo all'Emea) e, visto che ha guidato proprio quell'area, studiare una strategia capace di rilanciare il gruppo in Cina, primo mercato mondiale per l'auto, con i marchi Jeep, Maserati e Alfa Romeo.
Pietro Gorlier sembrerebbe il candidato a prendere in mano il volante della regione Emea, della quale ha assunto l'interim Manley. Torinese, ad di Magneti Marelli, il cui piano di spin-off avanza nel riserbo, e di Mopar (pezzi di ricambio e servizi personalizzati), Gorlier viene da molti ritenuto il manager ideale a occupare la posizione lasciata libera da Altavilla.
Tra i requisiti per guidare l'area europea, ci sono la conoscenza del tema produzione e la capacità di confrontarsi con istituzioni e sindacati. Senza contare le relazioni con la potente famiglia Koc, in Turchia, Paese la cui situazione socio-politica non è delle più facili, e dove Fca ha un'importante joint venture. Lo stesso vale per i rapporti con i governi di Serbia e Polonia, che ospitano impianti del gruppo. Oltre alla regione Emea, Manley è chiamato a trovare un nuovo responsabile per i marchi core del gruppo, cioè Jeep e Ram (quest'ultimo in ripresa dopo i problemi relativi al nuovo modello 1500, costati 300 milioni di dollari), gli stessi che in questi anni hanno assicurato al Lingotto importanti risultati nell'area Nafta. Manley dovrebbe scegliere il suo successore tra i riporti diretti negli Stati Uniti.
La strategia che il nuovo responsabile operativo di Fca dovrebbe adottare, in accordo con il presidente e azionista John Elkann, dovrebbe essere meno accentratrice rispetto all'era Marchionne. Quindi, più condivisione delle varie funzioni con il team. «Per quanto notevoli siano stati i successi di Marchionne - scrive un editorialista di Automotive News - è rischioso per un grande gruppo globale dipendere così completamente da una singola persona».
Agli analisti, parlando delle priorità in Cina, Manley ha incluso il potenziamento delle rete
di distribuzione oltre al riposizionamento di Jeep. E sempre il nuovo ad di Fca dovrà pungolare l'amico Tim Kuniskis, alla guida di Alfa Romeo e Maserati, visti i risultati non esalanti dei due marchi negli Usa e in Cina.
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