L'ad Mike Manley e il cfo di Fca, Richard Palmer, presenteranno giovedi alla comunità finanziaria i risultati del gruppo nel quarto trimestre e nell'intero 2018. Un esercizio iniziato sotto la guida di Sergio Marchionne e concluso, nella seconda parte dell'anno, dall'inglese Manley.
Per gli ultimi tre mesi del 2018 il consensus degli analisti prevede ricavi per 20,89 miliardi, un ebit adjusted di 1,98 miliardi, un margine ebit del 6,9%, l'utile netto di 1,44 miliardi e una posizione industriale netta positiva 1,95 miliardi. Più ottimistiche le stime di Banca Akros: 30,34 miliardi di fatturato, 2,26 miliardi di ebit adjusted, 7,4% di margine ebit, 1,79 miliardi di utile netto e 1,96 miliardi di posizione industriale netta positiva. Per l'intero anno i ricavi di Fca si dovrebbero attestare a 115,1 miliardi, l'ebit adjusted a 7,52 miliardi e i profitti netti a 4,13 miliardi.
Attesa poi l'extra-cedola di 2 miliardi derivante dalla cessione di Magneti Marelli ai giapponesi di Calsonic Kansei, operazione che sarà conclusa nel primo trimestre dell'anno.
Fin qui i numeri, alla conference call di giovedì pomeriggio, Manley dovrà comunque aspettarsi domande su come intende agire in Italia, soprattutto dopo che ha parlato di revisione dell'investimento di 5 miliardi a causa delle decisioni del governo di applicare un'ecotassa da marzo. Ma anche il mercato di gennaio ha visto il gruppo soffrire in Italia (-21,6% rispetto a una calo generale delle immatricolazioni del 7,5%).
Con Alfa Romeo (-45,3%) e Maserati (-36,1%), i marchi profittevoli del gruppo, che stentano a decollare e hanno urgente bisogno di rinforzi nelle rispettive gamme.Negli Usa l'anno di Fca è cominciato bene (+2%), ma resta lo spauracchio dazi sull'import dall'Europa, tema sul quale la Casa Bianca tornerà una volta conclusi i negoziati con la Cina.
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