Uno a uno e palla al centro. Nella disputa tra la Fiom e la Fiat sulla possibilità del sindacato capitanato da Maurizio Landini di nominare una propria Rsa negli stabilimenti del gruppo, nonostante non abbia sottoscritto l’accordo sul contratto aziendale, il giudice di Milano ha dato ragione al Lingotto, ribaltando così la sentenza emessa nei giorni scorsi dal collega di Bologna. Le differenti interpretazioni, al di là della soddisfazione espressa questa volta dalla Fiat, non fanno però che rendere più caotica la vicenda. E così dopo che il 27 marzo scorso il Tribunale del lavoro di Bologna aveva accolto il ricorso della Fiom contro la Magneti Marelli per comportamento antisindacale, ieri il giudice di Milano, Rossano Taraborrelli, ha sentenziato che «nessuna delle doglianze appare fondata». E la Fiom che non ha firmato l’accordo non ha quindi diritto alla rappresentanza sindacale. La partita tra Fiom e Fiat è solo all’inizio. Sono ben 41 le cause avviate dal sindacato metalmeccanico della Cgil alle aziende della galassia Fiat su tutto il territorio nazionale. Il 12 aprile prossimo toccherà al giudice del lavoro i Torino, Fabrizio Aprile, esprimersi sui 21 procedimenti aperti nel capoluogo piemontese da Landini sempre contro la Fiat. Al magistrato, in particolare, toccherà decidere prima di tutto se unificare in un unico processo, visto l’argomento unico per tutte le cause, i 21 ricorsi, oppure dare il via libera ai vari dibattimenti. La logica porterebbe a propendere per la prima soluzione: partita secca e giudizio finale. In casa Fiom, invece, punterebbero alle udienze separate, una per ciascuna azienda del gruppo Fiat coinvolta. In questo modo le speranze di spuntarla, magari, su più fronti, sarebbero più concrete. Vero è, comunque, che il verdetto emesso ieri dal dottor Taraborrelli lascia un segno importante nella querelle alla luce, soprattutto, del nuovo corso di relazioni industriali avviato nel 2010 da Sergio Marchionne e culminato con lo strappo da Confindustria.
«La Fiat - commenta in una nota il Lingotto - accoglie con grande soddisfazione la pronuncia del giudice di Milano che sostiene la corretta interpretazione dell’articolo 19 dello Statuto dei lavoratori, in contrasto con coloro che sono orientati a interpretazioni palesemente contrarie alla norma e, quindi, illegittime.
La pronuncia del giudice è chiarissima e non si presta a equivoci. Intanto la Fiom non si dà per vinta e punta ai tempi supplementari. «L’interpretazione restrittiva che viene data all’articolo 19 a noi pare confligga con il principio costituzionale della libertà di associazione sindacale.
In ogni caso, leggeremo la sentenza e ricorreremo», afferma Giorgio Airaudo, responsabile nazionale auto del sindacato «rosso». «La sentenza - replica Roberto Di Maulo (Fismic) - ridà valore a uno Stato di diritto dove il Parlamento promulga le leggi e il giudice le fa applicare».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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