Fiera Milano

Fiere, Enrico Pazzali: "Con il cambio di passo del governo Draghi più ottimisti sulla ripresa e la crescita"

Il presidente di Fondazione Fiera Milano: "Con la riapertura il primo luglio c'è stata grande discontinuità in positivo, capacità di ascoltare e di agire. Importante seguire il modello della Germania per avere i fondi necessari e non perdere competitività sui mercati internazionali. Ripartenza fondamentale per le nostre imprese, l’export e l'economia del Paese”

Fiere, Enrico Pazzali: "Con il cambio di passo del governo Draghi più ottimisti sulla ripresa e la crescita"

Fiera Milano compie 101 anni - tutto iniziò il 12 aprile del 1920 - e lo fa nel segno della ripartenza dopo l’annuncio del Governo, della ripresa in presenza dal prossimo 1 luglio delle manifestazioni espositive internazionali e dei congressi. Decisione attesa, dopo un 2020 e un inizio 2021 difficilissimi segnato dalla pandemia e dai lockdown con pesanti ripercussioni economiche. Data “certa” che consentirà di riaprire padiglioni del Polo espositivo e le sale MiCo-Milano Congressi ed Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera Milano fa il punto della situazione, guardando soprattutto alle prospettive di crescita della più importante fiera italiana, la quarta al mondo, e del settore espositivo del Paese. Ripartenza che deve essere sostenuta per non perdere competitività rispetto agli enti fieristici internazionali concorrenti, a partire dal competitor numero uno, la Germania, che ha messo sul piatto un maxi piano di sostegno economico del settore.

“Anche noi abbiamo una quantità di fondi importanti, sia al Ministero degli Esteri sia al ministero del Turismo, ma non siamo ancora riusciti è metterli a terra. Inizialmente c’è stato il problema del de minimis che concedeva soltanto 800mila euro, poi si è saliti a 1,8 milioni e ora con il temporary framework a 10 milioni - spiega Enrico Pazzali -, ma solo le quattro fiere più importanti, Milano, Bologna, Verona e Rimini che rappresentano il 70% della nostra industry con circa 700 milioni di fatturato, hanno perso più di 500 milioni con una perdita di cassa di 170 milioni mentre e a oggi hanno avuto circa 5,6 milioni di euro”.

“Per questo i fondi messi a disposizione fino a ora sono insufficienti - sottolinea -, non tanto per problemi di cassa ma perché il Governo tedesco ha stanziato 623 milioni di euro a fondo perduto per le fiere, superando il de minimis e il temporary framework con l’applicazione della legislazione europea per le calamità naturali. Così le fiere tedesche avranno la benzina nel serbatoio per poter ripartire non appena ci saranno le condizioni. “È come un gran premio di Formula Uno, siamo dietro alla safety car che fra un pò rientrerà ai box e le macchine ripartiranno, quindi dovremo avere gomme pronte, a questo pensiamo noi, e benzina nel serbatoio, e questo è un tema di sistema Paese. Dobbiamo avere gli stessi elementi di competitività dei nostri concorrenti evitando anche fenomeni di speculazione internazionale con acquisizioni di fiere italiane d’eccellenza. Questo non si fa attraverso un aumento di capitale da parte dello Stato ma attraverso lo sviluppo delle competenze all’interno delle fiere”.

“Ma la situazione è cambiata - aggiunge ancora Pazzali - il Governo si sta impegnando a darci una mano, è la prima volta, una situazione nuova. C’è stata una grande discontinuità in positivo. La decisione del presidente del Consiglio Mario Draghi di istituire il ministero del Turismo è di grande valore e sta dando un boost al settore diverso rispetto al passato. “Sottolineo con soddisfazione anche le dichiarazioni del ministro allo Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti che vuole a equiparare i contributi a quelli del sistema tedesco, ha ascoltato ma soprattutto ha agito. Anche il ministero degli Esteri sta svolgendo un ruolo importante, non dimentichiamo che a suo interno c’è l’Ice, l’Istituto del Commercio estero, partner con cui le fiere lavorano da sempre. Da qualche mese si respira un’aria totalmente diversa, molto proattiva, attenta all’ascolto, ma soprattutto all’agire. È davvero un cambio di passo e questo ci rende più ottimisti rispetto al passato”.

“Avere la data della ripresa dell’attività per noi era fondamentale perché gli espositori nazionali e esteri, i buyer e le imprese avevano bisogno di capire con certezza quando poter partecipare a una fiera per il motivo concreto che devono pianificare, costruire, progettare prodotti, prenotare voli, alberghi, incontri d’affari. A luglio ci sarà Milano Unica ma da settembre a fine anno è previsto un calendario fittissimo di manifestazioni. Una ripartenza fondamentale per la nostra economia e per l’export”.

“La storia centenaria di Fiera dimostra la sua importanza come strumento di politica industriale di settore, per il made in Italy e non solo, che aiuta le piccole e medie imprese, il tessuto nervoso della manifattura italiana. E dove c’è un settore forte c’è una fiera forte, tanto è vero che noi siamo leader mondiali nel design e abbiamo il Salone del Mobile, nella moda Micam, Mipel e TheOneMilano, nella meccanica Bimu, in quello della mobilità a due ruote e abbiamo Eicma, nel mondo dell’ospitalità Host, in quello del del food & beverage TuttoFood, nell’artigianato Artigiano in Fiera”.

“Il Salone del Mobile ad esempio, è la fiera del design e dell’arredo più grande e conosciuta nel mondo. Un simbolo per il Paese, per Milano, per Fiera ma soprattutto per le imprese senza il quale, non dimentichiamo, sarebbero meno importanti e riconosciute. Sono diventate grandi per la loro capacità d’innovazione e di sviluppo di nuovi prodotti ma anche perché hanno fatto sistema nel Salone che è l’esempio del saper fare sistema del nostro Paese - dice il presidente della Fondazione -. Rappresenta qualcosa di più di una fiera e la sua ripartenza è un obiettivo che ci dobbiamo porre tutti con una grande responsabilità a partire dal Governo, da Fiera, dall’organizzatore ma anche dalle imprese che ne sono protagoniste. Oggi esporre al Salone del Mobile - prosegue - significa dare realmente un segno forte di ripartenza all’Italia, contribuire alla sua rinascita dopo un periodo drammatico come quello che abbiamo vissuto tutti e dove abbiamo perso anche tanti nostri cari, amici. Dobbiamo avere l’orgoglio di ripartire insieme dalle cose migliori che abbiamo fatto nel passato e il Salone del Mobile è una di queste”.

Fiera Milano in questi mesi non è stata ferma ma ha lavorato per riaccendere i motori e si è preparata a ospitare in sicurezza gli eventi mettendo a punto protocolli sanitari e regole di visita in grado di garantire il business to business che saranno messe a punto in base alle indicazioni del prossimo decreto del Governo. Non solo, ha varato iln Piano strategico Connect 2025 che definisce le linee di sviluppo che guarda oltre la crisi con un nuovo modello di business.

“La Fondazione è l’azionista di sviluppo di Fiera e credo che il nuovo piano strategico vada nella direzione giusta perché le grandi direttrici che il mercato dell’industria fieristica ha evidenziato e accelerato con la pandemia sono la tecnologia, e noi sosterremo questo con investimenti, l’internazionalizzazione perché Fiera Milano è nel mondo, la crescita strutturale, perché forse dovremo diventare più grandi. Il Piano strategico ha tutte queste componenti, ha chiaro cosa deve fare e sono certo che lo farà con grande impegno”, conclude Enrico Pazzali.

Tutto è pronto per il nuovo taglio del nastri tricolore nell'era post Covid.

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