Cinzia Meoni
Unicredit vende e Generali compra, direttamente o tramite la controllata Banca Generali di cui detiene il 50,4% del capitale. È questo uno scenario che si sta profilando a Piazza Affari e. Dopo a manifestazione di interesse di Generali per Pioneer, anche Banca Generali sarebbe scesa in campo, per aggiudicarsi FinecoBank, la banca multicanale controllata al 55% da Unicredit. «Il fascicolo gira da qualche tempo e potrebbe anche essere un asset interessante per Banca Generali, anche se, al momento, nessuna decisione è stata presa» sussurra una fonte vicino all'operazione.
A quasi due mesi dall'ingresso di Jean-Pierre Mustier al vertice di Unicredit, la sensazione è che comunque i tempi per il riassetto stiano accelerando. All'orizzonte si profila l'appuntamento con il piano industriale previsto entro fine anno e Piazza Gae Aulenti vuole arrivare all'appuntamento con una necessità di capitale sensibilmente ridotta rispetto alle stime dagli esperti all'indomani degli stress test e che renderebbero necessario un aumento di capitale compreso tra i 5 e gli 8 miliardi. Per questo da due mesi, sono iniziate le offerte speciali. In vetrina ci sono Bank Pekao (in dirittura di arrivo al gruppo polacco Pzu), Pioneer (per cui sono state ricevute setto/otto manifestazioni di interesse comprese quelle di Generali e di Poste Italiane) e, appunto, FinecoBank. Il cda di ieri di Unicredit, definito da fonti vicine all'istituto di credito come «vertice ordinario», dovrebbe aver preso in esame i passi compiuti in vista della ristrutturazione anticipata da Mustier due mesi fa. Ma la definizione delle operazioni in corso è, per ora, prematura.
Più in dettaglio, secondo Reuters, Banca Generali sta lavorando con Goldman Sachs sull'acquisizione di FinecoBank. L'istituto di credito guidato da Mustier punterebbe a una valorizzazione della controllata di almeno 3 miliardi, in linea i prezzi attuali di Borsa e con l'operazione avvenuta a luglio (per il 10% sono stati incassati 326 milioni circa).
Banca Generali tuttavia non sembra propensa a una simile valorizzazione per il gruppo che ha chiuso il 2015 con 191 milioni di utile. La società di wealth management avrebbe quindi contro rilanciato proponendo un'operazione in carta. Ma Unicredit ha le idee chiare in merito: solo contanti che possano migliorare ratio di capitale del gruppo. «Fineco rappresenta per Unicredit la barriera principale di fronte alla continua erosione del business bancario tradizionale a favore dei canali tecnologici» sostiene Mediobanca, scettica di fronte a questa eventualità.
Il broker comunque riconferma la propria raccomandazione a outperform (sovra pesare) sia su Unicredit (con un prezzo obiettivo a 4,4 euro), sia sulla controllata Fineco (con un target a 7,3 euro).A Piazza Affari intanto FiencoBank ha chiuso in rialzo dell'1,5% a 5,29 euro mentre Unicredit si è fermata a 2,12 euro (+0,4%) e Banca Generali a 1,82 euro (+0,4 per cento).
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