Finmeccanica è interessata a prendere il controllo di Avio, di cui detiene oggi il 14%, e potrebbe farne «se non la prima, la seconda o la terza» acquisizione della nuova gestione. «Lo spazio è importante, l'Italia non può non avere una proiezione nello spazio», ha commentato l'amministratore delegato Mauro Moretti tra gli stand del Salone dell'aeronautica di Parigi.
È andato più lontano il patron di Avio, Pier Giuliano Lasagni che, nella stessa occasione, ha detto che la «procedura» di passaggio sotto l'ala di Finmeccanica «sarà messa in atto quest'anno», esprimendo il suo apprezzamento per l'ipotesi. «È palese che ci sia un interesse» di Finmeccanica, ha spiegato, che vuole «continuare ad essere presente. Si parla di maggioranza o di altre forme che possano tutelare le attività del lanciatore Vega, che è un patrimonio nazionale». Il passo, ha aggiunto, coinvolge comunque «equilibri industriali europei che vanno gestiti», in particolare sul fronte dei «forti segnali arrivati dalla Francia sul settore dei lanciatori, per garantire un accesso autonomo allo spazio».
L'opzione della presa di controllo di Finmeccanica su Avio, sottolineano fonti industriali citate dalla stampa transalpina, sarebbe inoltre più gradita al governo italiano di un ingresso di peso da parte di Airbus Safran Launcher. Che dal canto suo, secondo la stessa fonte, non sarebbe interessata ad un ingresso nel capitale con una quota troppo piccola per permettere di avere un'influenza a livello gestionale.
Più interlocutoria la situazione sul fronte di altre due delle joint venture in cui Finmeccanica è presente. Per quanto riguarda il consorzio Atr, detenuta al 50% da Alenia Aermacchi e al 50% dal gruppo Airbus (ex Eads), il cambio di azionariato con un passaggio integrale in mani italiane non sembra realizzabile nell'immediato, anche se voci in materia continuano a circolare. Il programma ha intanto annunciato ieri il 1500esimo velivolo venduto, parte di un ordine della nipponica Japan Air Commuter, che segna anche la prima vendita di Atr in Giappone.
In stallo anche il dossier Mbda, azienda produttrice di missili suddivisa tra Finmeccanica (25%), gruppo Airbus e la britannica Bae Systems (37,5% ciascuna). Da tempo Airbus ha espresso il suo interesse a prenderne il controllo, ma al momento non c'è accordo con gli azionisti.
«È una questione su cui le industrie stanno ancora dialogando e non hanno trovato una soluzione», ha commentato il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, interpellata sulla questione durante il suo passaggio al Salone parigino, precisando che il settore dei missili resta «importante» per l'Italia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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