Economia

Rivoluzione tasse: addio al "superbollo"

La legge delega fiscale pensiona le micro tasse con un taglio fino a 800 milioni di alleggerimento per le tasche dei cittadini: ecco cosa può cambiare

Rivoluzione tasse: addio al "superbollo"

Micro tasse addio? È un'ipotesi concreta che prende piede secondo le indiscrezioni che trapelano da Palazzo Chigi. Infatti, la legge delega fiscale vale un taglio compreso tra 500 e 800 milioni che alleggerirebbe le tasche degli italiani mandando in soffita inutili e dispendiosi pagamenti.

Tasse, ecco cosa può cambiare

Addio quindi alla tassa del risone (diritti di contratto pagati per la semina o per il pagamento in natura della mano d'opera addetta all'azienda di produzione del riso) o la tassa sulla laurea. Ma questi sono soltanto due esempi: tra le diverse voci approvate dai deputati e senatori ci sono quelle di interventi di semplificazione e razionalizzazione fiscale come i micro prelievi (imposte, tasse, diritti) erariali e territoriali, introdotti e mantenuti nel tempo. I soldi che ne ha ricavato lo Stato (gettito fiscale) è stato quantificato come inferiore allo 0,01% del totale delle entrate tributarie: insomma, è qualcosa a cui si può rinunciare.

Il taglio sui pagamenti

Dello stesso avviso sono stati anche i tecnici del ministero dell'economia che stanno scrivendo la legge: come riporta ItaliaOggi, tra i micro prelievi indicati nella relazione ci sono anche il superbollo, tasse di pubblico insegnamento, l'imposta sugli intrattenimenti, la maggiorazione del tributo comunale sui rifiuti, la tassa regionale di abilitazione all'esercizio professionale, l'addizionale regionale sui canoni per le utenze di acque pubbliche, i diritti di licenza sulle accise. La legge delega potrebbe recare il primo intervento fornendo criteri per lo sfoltimento sistematico ma garantendo che le risorse restino invariate.

Ecco l'elenco "infinito"

Ad oggi, fra le decine di tributi che i cittadini si ritrovano a pagare ci sono quelli per lo stoccaggio italiano, l'addizionale erariale sulla benzina per autotrazione, le accise sugli alcolici per la frutta in spirito o per i vini aromatizzati, l'imposta sui premi per manifestazioni sportive ippiche, l'imposta unica sui concorsi pronostici di Enalotto e Totocalcio, il tributo per il deposito in discarica dei rifiuti solidi, l'imposta erariale sui voli dei passeggeri di aerotaxi e areomobili privati, l'addizionale sui diritti di imbarco di passeggeri sugli aeromobili, la tassa sulle emissioni di anidride solforosa, l'imposta sulle emissioni degli aeromobili civili, il contributo sui riciavi degli operatori del settore delle comunicazioni, i diritti per le copie e i certificati dell'archivio notarile, l'imposta per l'attività di raccolta dei prodotti selvatici non legnosi, il contributo sui ricavi degli operatori del settore energetico, l'imposta erariale sugli aereomobili privati e sulle imbarcazioni da di porto, l'imposta per le patenti di guida per i veicoli delle categorie B e C1, le imposte di registro sul leasing, l'imposta sulla rivalutazione del tfr. E ci fermiamo qui.

Fa venire il mal di testa ma è questa una parte dell'immane quantità di tasse che gli italiani pagano sistematicamente: forse, chi lo sa, potrebbe essere la volta buona che cambi davvero qualcosa.

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