Perché serve la flat tax? Perché la riduzione delle aliquote fa crescere investimenti e occupazione e aumenta il gettito. La riforma fiscale di Trump sta creando una nuova era industriale negli Usa: Fca investe un miliardo di dollari nella fabbrica di auto nel Michigan e non ha più bisogno di cercarsi un partner industriale, per reggere la sfida mondiale. Ciò gioverà anche alla nostra Fiat mentre nel torinese Whirlpool chiude la fabbrica di frigoriferi e licenzia 297 operai, perché produrrà in Croazia. La flat tax, riducendo la tassa sul reddito del lavoro, crea nuova occupazione e sviluppo e fa crescere il gettito.
Certo, nel primo anno non ci sono gli effetti dovuti ai nuovi investimenti, ma solo del fatto che molti contribuenti che evadono quando le aliquote sono elevate, non lo fanno se sono moderate. Se le imposte vengono semplificate, il fisco ha poi più mezzi per cercare chi evade. E una parte dei contribuenti che hanno redditi all'estero rientreranno. L'ufficio parlamentare del bilancio ha calcolato in 40 miliardi l'evasione dall'Irpef. Se si guarda alla distribuzione dei redditi dichiarati dai contribuenti nel 2015 e la si aggiorna al 2018 con l'aumento del Pil, si vede che oltre 200mila euro ci sono solo 80mila contribuenti con circa 35 miliardi di reddito, il 4% sugli 890 miliardi dichiarati. L'Irpef falcidia i redditi modesti e medi, soprattutto di lavoro. È iniqua.
Ma gli effetti benefici in termini di gettito e di occupazione, della flat tax dovuti alle nuove iniziative, derivanti dalla convenienza della minore tassazione si sviluppano gradualmente. In un Paese come l'Italia, con un alto debito pubblico e regole di contenimento del deficit, che servono a ridurlo, la flat tax deve avere attuazione graduale. Con una aliquota del 23%, integrata da un contributo sanitario regionale mediamente del 2%, una flat tax che, nella sostanza, è del 25%, con una area di esonero, per tutti i contribuenti di 8mila euro, nel primo anno che aumenta in seguito - la perdita di gettito è di circa 0,2 punti di Pil del 2018. Sicché è possibile la flat tax a tappe, senza danni per il conti pubblici, e che generi subito un orizzonte favorevole alla produzione di reddito e occupazione.
Nei Paesi dell'Est europeo in cui è stata introdotta la flat tax si sono avuti cospicui aumenti del gettito ed effetti positivi per l'economia.
E in Italia comunque urge modificare la progressività Irpef, che è esosa, anche per effetto dell'aumento dei prezzi che fa aumentare il reddito nominale, accrescendo l'aliquota dovuta, anche se il reddito reale rimane invariato.
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