Marcello Clarich riprende il lavoro di «taglio e cucito» lasciato da Antonella Mansi, che l'ha preceduto alla presidenza della Fondazione Mps, per allungare il patto di sindacato sul Monte Paschi già esistente com i soci sudamericani di Fintech (4,5%) e Ptg Pactual (2%) a quelli francesi di Axa.
Con il 3,72% di Parigi il nocciolo duro salirebbe dal 9% al 12,72%. Una quota che darebbe la ragionevole certezza di determinare le scelte dell'assemblea dei soci che la prossima primavera sceglierà chi far sedere nel nuovo cda del Monte e quindi se confermare alla presidenza Alessandro Profumo e Fabrizio Viola come capo azienda. O comunque di rendere ardua, anche in caso di proxy fight, qualsiasi rivalsa degli altri fondi che hanno preso posizione in Mps durante il maxi-aumento di capitale da 5 miliardi che ha reso quella che era la banca più politica d'Italia una public company. A partire dall'americana York Capital che con il 5% è il primo socio di Rocca Salimbeni e dalla svizzera Ubs, cui fa capo il 2,7%. Clarich ha annunciato il corteggiamento della Fondazione ad Axa in un'intervista. La Fondazione, cui resta il 2,5%, dovrà avere un «ruolo aggregante, sondando possibili alleanze» con altri soci rilievo, come appunto Parigi, ha ribadito il professore della Luiss. Inglobare Axa nel sindacato significa però annacquare la presa di quella parte del Pd senese che vorrebbe giubilare perlomeno Profumo. I francesi sono considerati fedeli all'attuale gestione: sono legati a Siena nella bancassurance con la joint venture Axa Mps e hanno seguito l'aumento.
Profumo ha peraltro già incontrato, insieme Viola, anche i vertici di Btg e quelli di Fintech, in trasferta in Italia. Insomma il Comune e la Provincia di Siena, pur forti a Palazzo Sansedoni, finirebbero per avere meno forza di pressione: l'attuale patto di sindacato tra Palazzo Sansedoni e i fondi latino-americani, assegna a Siena l'indicazione del presidente, mentre Btg e Fintech scelgono l'ad. I sud-americani hanno già messo per iscritto a Clarich sia la determinazione di incidere sulla gestione di Mps sia il dissapore per non essersi ancora potuti accomodare, come previsto dai patti, nel board. «Un dossier delicato», ha ammesso il professore, schernendosi di non avere forza coercitiva per ottenere le dimissioni di 2 dei 4 rapprensentanti della Fondazione che dovrebbero lasciare. Il problema sarà sul tavolo della prima riunione della nuova deputazione dell'Ente in calendario mercoledì.
In Borsa Mps ha chiuso in progresso del 2,8%.
Dopo l'ennesimo semestre in perdita (-353 milioni) i contradaioli aspettano la trimestrale di settembre. Gli analisti di Exane hanno stimato che Mps chiuderà l'anno con un buco da 950 milioni. La lotta tra i canapi del Palio è iniziata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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