Fondazione Mps paralizzata dai veti nel Pd senese

Fondazione Mps paralizzata dai veti nel Pd senese

La Fondazione Monte Paschi deve fare i conti con 190 milioni di disavanzo rimasti dallo scorso anno e 350 milioni di debiti, ma a Palazzo Sansedoni non c'è accordo né su chi debba sostituire Gabriello Mancini alla presidenza né su chi siederà nella sua deputazione amministratrice. Ieri, dopo tre ore di riunione, si è levata la seconda fumata nera in otto giorni: tutto rimandato a martedì 27 agosto, quando sul tavolo della deputazione generale torneranno i profili dei candidati. «Questo gruppo sta lavorando egregiamente per arrivare a una soluzione. È necessaria una scelta collegiale e condivisa», si è difeso Mancini al termine del vertice, dove erano presenti tredici persone, mentre Sergio Daolio era collegato in remoto.
Più della partita doppia, a Siena può tuttavia il regolamento dei conti interno a un Pd locale, che si mostra sovente «eretico» rispetto agli ordini in arrivo da Roma. Poco importa se Alessandro Profumo e Fabrizio Viola stanno lottando con l'Europa per tenere nelle casse della controllata Mps i 4 miliardi di aiuti versati dal Tesoro con i Monti bond. Una volta eseguito il previsto aumento di capitale, l'Ente farà fatica a mantenere il 20% della banca contro il 33% attuale, tanto che a Siena la quota tabù si sta ormai spostando al 10%.
Il sindaco renziano Bruno Valentini, dopo una telefonata a Romano Prodi, aveva candidato alla presidenza della Fondazione l'ex presidente dell'Authority della privacy, Francesco Maria Pizzetti. I fedelissimi del primo cittadino precedente, Franco Ceccuzzi, si sarebbero però opposti e avrebbero una carta a sorpresa da giocare al consiglio chiave del 27.
Dalla partita senese era uscito poi il nome dell'economista Lorenzo Bini Smaghi, ma l'ex consigliere della Bce ha quasi subito preferito declinare l'invito. E comunque ci ha pensato Valentini a far capire che non se ne farà nulla: il Comune di Siena, pur non più maggioritario, esprime ancora 4 consiglieri su 14. Tanto che ieri la deputazione generale, come ha detto il consigliere Vareno Cucini, non ha discusso di nomi ma solo di criteri e competenze.
La riunione ha comunque visto un'autocandidatura, ammessa a norma di Statuto, di professionista senese anche se difficilmente potrà essere l'antagonista di Pizzetti. Così come circolano i nomi dell'avvocato Luigi De Mossi (da tempo voce antagonista del «sistema Siena»), di Marco Buzzichelli (capo azienda di Siena Ambiente) e di Alessandro Piazzi.

Presidente e deputazione amministratrice resteranno in carica un anno (con possibilità di conferma per altri due mandati), così da non creare ingorghi istituzionali con la scadenza della deputazione generale.
Complice il riacuirsi dello spread, Piazza Affari ha intanto venduto a piene mani il titolo Mps che , dopo sei sedute positive, è stato sospeso al ribasso e ha chiuso in calo del 4,39%.

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