La Fondazione Mps torna a scontrarsi, per la terza volta in 15 giorni, sulla scelta del successore di Gabriello Mancini alla presidenza: al vaglio c'è un poker di nomi, tutti esponenti dei settori giuridico ed economico e non legati strettamente a Siena .
Il sindaco di Siena (renziano) Bruno Valentini, spinge per eleggere l'ex presidente dell'Authority della privacy, Francesco Maria Pizzetti, che nei giorni scorsi ha anche provveduto a spostare la residenza nella città del Palio, come chiede lo Statuto. I fedelissimi del primo cittadino precedente, Franco Ceccuzzi, continuano però a lavorare sul colpo a sorpresa. E contrario a Pizzetti sarebbe anche il presidente della Provincia, Simone Bezzini.
A Siena, però, un accordo è necessario, anche in considerazione del difficile braccio di ferro che il Monte Paschi, di cui la Fondazione controlla ancora il 33,4%, sta conducendo con l'Europa per ottenere il fonamentale assenso ai Monti bond. E proprio per arrivare oggi al tavolo con una candidatura condivisa, fino alla tarda serata di ieri si sono susseguite riunioni tra i rappresentanti delle correnti del Pd e tra gli enti nominanti.
Il confronto fuori dalle stanze di Palazzo Sansedoni è proseguito fino a notte. Tramontata, invece, l'eventuale candidatura di Lorenzo Bini Smaghi.
Si è appreso, poi, che l'esposto che la Consob ha trasmesso tempo fa alla Procura di Siena sulle vicende Antonveneta e Nomura non riguarda gli attuali vertici della banca, ovvero Alessandro Profumo e l'ad Fabrizio Viola.
Dalla Commissione trapela che si stanno valutando eventuali turbative al mercato generate dalle accuse del Codacons. Mps aveva già precisato come il nuovo management fosse «estraneo ai procedimenti», annunciando azioni legali contro i consumatori.
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