La Fondazione potrebbe cedere alle banche

Fondazione Mps potrebbe cedere la sua quota nel Monte Paschi (agli attuali prezzi di mercato) alle banche creditrici, cui deve 340 milioni. Questa una possibile soluzione per il dilemma dell'Ente di Palazzo Sansedoni, secondo quanto circola in ambienti finanziari.
Lo scontro è comunque giunto all'acme. Davanti alle possibili dimissioni del presidente Alessandro Profumo e dell'amministratore delegato Fabrizio Viola se l'aumento di capitale fosse rinviato dall'assemblea dei soci come vorrebbe la Fondazione, la banca si è limitata a precisare che i due top banker «stanno lavorando e lavoreranno come sempre nell'interesse dell'istituto e del suo rafforzamento patrimoniale».
L'Ente presieduto da Antonella Mansi necessita di tempo per cedere una parte del proprio 34% e azzerare il debito. Ma la linea appare inconciliabile con quella scelta dalla banca controllata, che vuole rimborsare al più presto una parte dei 4 miliardi di Monti bond che ha in pancia sia per rispettare l'accordo con l'Europa sia per evitare le pesanti cedole.
Laddove Profumo e Viola fossero battuti in assemblea e lasciassero, il Monte sarebbe nella scomoda posizione di essere sia senza il denaro necessario per ripagare il Tesoro sia senza una guida sicura.

Mps «se riusciremo a fare ciò che vogliamo fare, resterà una grande impresa» di Siena, ha notato il presidente Profumo. «Lavoriamo a un grande Monte senese e indipendente, ma ciò dipenderà da quello che succederà nel prossimo futuro».

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