Unicredit parla sempre più inglese. Non per la conclamata vocazione internazionale ma perché gli azionisti esteri continuano a rafforzarsi e rappresentano ormai oltre un quarto della compagine sociale (26,7%).
Dagli aggiornamenti delle partecipazioni rilevanti rese note ieri da Consob, infatti, è emerso che i fondi americani di BlackRock sono diventati i secondo soci della banca guidata da Federico Ghizzoni con il 5,036% dietro Aabar (6,501%) e davanti a Pamplona (5,011%). Assodata la capacità del top banker di Piazza Cordusio nell'attrarre investitori istituzionali di primo piano, la vera notizia è un'altra: le maglie larghe della nuova normativa sulla comunicazione delle partecipazioni.
BlackRock, infatti, è nell'azionariato di Unicredit da anni. L'ultima rilevazione post-aumento la indicava al 3,106%. A novembre, però, ha usufruito dell'esenzione concessa da Consob per le partecipazioni comprese tra il 2 e il 5% e così il 25 gennaio ha reso noto di aver superato la soglia rilevante. Quello che, quindi, resta ignoto agli osservatori è come la quota sia stata accumulata: se con piccoli acquisti (molto probabile) o in un'unica soluzione, magari tramite opzioni. Certo, la commissione guidata da Giuseppe Vegas ha recepito una direttiva europea che consente agli istituzionali di giocare in Italia con le stesse regole del resto d'Europa. Tuttavia questa normativa ha consentito al «misterioso» fondo di collocare il 2,3% di Saipem prima del profit warning senza che ancora se ne conosca l'identità.
In ambito bancario le occasioni buone per vendere sono sempre dietro l'angolo. Non solo perché il settore grazie all'azione pro-euro di Mario Draghi ha messo a segno recuperi superiori al 60% negli ultimi mesi. Le prese di profitto potrebbero essere scatenate da un qualsiasi motivo con un fondamento di validità. E non si tratta solo della crisi da spread. Ad esempio, ieri il presidente dell'Eba (la vigilanza europea), Andrea Enria, ha sottolineato che l'authority «sta discutendo nuovi stress test sulle banche europee, ma i tempi non sono ancora decisi».
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