Il Fondo monetario accelera sull'Argentina: "Aiuti senza ritardi"

Definiti alcuni punti fermi: riduzione veloce del deficit e nessun target sui tassi di cambio

Il Fondo monetario accelera sull'Argentina: "Aiuti senza ritardi"

Il Fondo monetario internazionale intende lanciare «rapidamente» la ciambella di salvataggio all'Argentina. Non c'è però ancora un ruolino di marcia definito, anche perché dopo l'esito positivo dell'asta con cui Buenos Aires ha collocato 28 miliardi di dollari di titoli pubblici a breve mercoledì e la sostanziale tenuta del peso sembra essere venuta meno l'urgenza di un intervento immediato. L'Fmi si riunirà oggi in via informale, ma senza entrare nel dettaglio delle possibili misure. «Quel meeting sarà seguito da un altro formale volto a prendere una decisione sul programma, che a quel punto andrà avanti», ha spiegato il portavoce, Gerry Rice.

Le basi per mettere in piedi un programma di assistenza ci sono. Il Fondo ha apprezzato le parole del presidente argentino Mauricio Macri, secondo cui il deficit della terza economia dell'America Latina verrà ridotto a un passo più rapido come parte del piano di aiuti. Una prima condizione sembra quindi essere già stata individuata per rimettere in carreggiata un Paese che ha visto davanti a sè lo spettro di un nuovo default dopo quello, sanguinoso, del 2002. Dall'inizio dell'anno la valuta nazionale ha peso oltre il 20% nei confronti del dollaro per effetto del processo di normalizzazione dei tassi avviato dalla Federal Reserve Usa, che potrebbe aumentare i tassi altre due-tre volte quest'anno, e per la contestuale risalita dei rendimenti dei T-bond decennali, arrivati a sfondare la soglia del 3%. A nulla sono valsi gli interventi della Banca centrale argentina per fermare l'emorragia valutaria: nè le ripetute strette sul costo del denaro, nè il ricorso massiccio alle riserve monetarie.

Rice ha assicurato che con Buenos Aires non è stato discusso «nessun target specifico sui tassi di cambio, cosa che non farà parte del piano di aiuti» dal momento che il «Fondo crede che i tassi di cambio debbano essere determinati dalle forze di mercato». Il portavoce della direttrice Christine Lagarde ha sottolineato anche che «la situazione oggi è molto diversa da quella di 15-20 ani fa. Oggi le istituzioni economiche argentine sono rafforzare, il tasso di cambio è libero di fluttuare e la politica economica è molto diversa dall'ultima volta che il Fondo ha dato aiuti».

Per Rice, «anche il Fondo è cambiato; diamo per esempio una maggiore attenzione alla protezione sociale, specialmente dei più vulnerabili, alle inuguaglianze e alla

crescita inclusiva. Anche gli strumenti sono più ampi e flessibili. Inoltre, la riforma di due anni fa ha dato ai mercati emergenti una voce e una rappresentazione maggiore. I Bric sono tra i 10 principali soci del Fondo».

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