Fonsai, Intesa apre uno spiraglio al piano Arpe-Palladio

Fonsai, Intesa apre uno spiraglio al piano Arpe-Palladio

Intesa Sanpaolo lascia la porta socchiusa davanti all’assalto sferrato da Sator e Palladio all’integrazione Unipol-Fonsai congegnata dall’ad di Mediobanca, Alberto Nagel. «I piani - ha detto il capo azienda di Ca de’ Sass, Enrico Cucchiani - è sempre bene che siano comunicati e che siano visti e giudicati per quello che sono e per quello che valgono». L’apertura di Intesa, pur circostanziata e da subordinare alla predisposizione da parte di Matteo Arpe e Roberto Meneguzzo di un progetto più organico, solleva molti dubbi sulla compattezza delle banche creditrici davanti alla proposta di Mediobanca per ristrutturare il debito Premafin, a proposito del quale già erano emerse le resistenze di Ge e Cariparma. Cucchiani ha anche chiarito che l’eventuale incontro, più volte reclamato dai due fondi di private equity, resta subordinato a «quello che sarà in concreto» il progetto complessivo. A breve Arpe completerà comunque il mosaico con il piano industriale di Fonsai: l’idea è fare tutto quanto necessario per riportare al centro della compagnia il business assicurativo, posponendo quindi proprietà immobiliari e partecipazioni finanziarie.
Sul fronte opposto Mediobanca e Unicredit (come banca agente) proseguono comunque il lavoro sulla bozza di accordo per la ristrutturazione del debito Premafin: l’intento è sistemare uno dei pilastri portanti dell’integrazione con Unipol prima del cda di bilancio Fonsai di giovedì.
Intanto l’ad Emanuele Erbetta, dopo il summit con Nagel della scorsa settimana, ieri è andato in missione all’Isvap per anticipare all’Authority l’avvenuto (ma ancora modesto) miglioramento dei margini della compagnia, anche grazie all’affievolirsi della tensione su Bot e Btp.

Una mossa che sembra sposare la tentazione di Premafin di ridurre l’aumento di capitale della controllata dagli 1,1 miliardi preventivati.
In Borsa Fonsai ha ceduto il 6,16% a 1,2 euro, mentre Premafin (-8,5%), a lungo sospesa in asta di volatilità, si è allineata ai 35 centesimi previsti per il diritto di recesso esercitabile dalla famiglia Ligresti.

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