L' Europa sta peggio del previsto e resterà in recessione per l'intero anno (-0,6%), ma a stare male è soprattutto l'Italia: il Fondo monetario internazionale diagnostica per dicembre alla Penisola una contrazione del Pil pari all'1,8%, quando solo ad aprile la frenata si fermava all'1,5%. E come se non bastasse è arrivata anche la bastonata di S&P che ha tagliato il rating dell'Italia a «bbb» con outlook negativo: secondo l'agenzia il pil scenderà dell'1,9%.
Questo significa anche che il governo Letta sta seduto su un'economia più debole sia di quella della Francia (-0,2%) sia di quella della malconcia Spagna (-1,6%). E non molto consola il fatto che l'istituto guidato da Christine Lagarde abbia ritoccato al rialzo allo 0,7% il tasso di ripresa (2 decimi di punto più delle attese) che l'Italia avrà nel 2014, comunque da raffrontare con il +0,8% di Parigi, mentre Madrid sarà piatta.
È comunque l'intera Eurozona che subisce il virus della recessione: quest'anno la contrazione sarà dello 0,6%, con con un ritorno alla crescita nel 2014 (+0,9%, un decimo di punto in meno di quanto calcolato). L'infezione ha contagiato anche la Germania che quest'anno crescerà dello 0,3%, ovvero 0,3 punti in meno rispetto alle stime di aprile, per accelerare all'1,3% nel 2014 (-0,1%). Il Word economic outlook ufficializza, poi, il colpo di forbice sui dati mondiali: il Pil globale crescerà quest'anno del 3,1%, per accelerare al 3,8% nel 2014; in entrambi i casi c'è una correzione al ribasso pari allo 0,2% rispetto alle stime di aprile. Un taglio annunciato, ma a preoccupare il Fondo è «l'emergere di nuovi rischi al ribasso», tra cui «la possibilità di un rallentamento della crescita più esteso nei mercati emergenti». Un problema in più che si aggiunge alla recessione dell'Eurozona, così come rallenta l'economia americana dopo i tagli automatici del «sequester»: quest'anno l'ecomomia Usa crescerà dell'1,7% e del 2,7% nel 2014. Riviste invece al rialzo le previsioni sul Giappone, destinato a crescere del 2% nel 2013, grazie alle politiche espansive della Banca centrale, e dell'1,25% circa nel 2014.
Per rafforzare l'economia globale, afferma il Fondo, occorrono «iniziative politiche aggiuntive».
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