Il nuovo ad di Telecom Italia, Amos Genish, non convince gli investitori. Dopo aver fatto filtrare il suo pensiero attraverso una selezione di quotidiani convocati lunedì a Milano, il titolo ha ieri reagito con un calo in Borsa di quasi il 3% a 0,67 euro, ai minimi storici. Genish ha promesso uno «sviluppo sostenibile nel lungo periodo» e ha assicurato che non ci saranno azioni di finanza straordinaria sulla rete o sul Brasile: si torna a «una noiosa storia industriale». E il mercato l'ha preso alla lettera.
L'operazione mediatica, orchestrata dal nuovo responsabile della comunicazione Alessio Vinci, mirava a far conoscere il manager venuto dal Brasile, nonché di origini israeliane. Ma anche a tamponare le prime falle comparse all'orizzonte del consensus degli analisti: Goldman Sachs, per esempio, proprio lunedì ha tagliato il target del titolo a 0,86 euro, ben sotto quel 1,07 che rappresenta il prezzo a cui l'azionista Vivendi ha in carico i circa 3,3 miliardi di titoli Telecom, per un investimento di 3,6 miliardi. Ma, soprattutto, ben lontano da un altro numeretto: 1,15 euro che rappresentano la «diga» del consensus grazie alla quale Vivendi non è tenuta a svalutare i titoli. Il gruppo francese è azionista di controllo «di fatto», con il 24,9% del capitale ordinario, ma non «di diritto» (non ha il 51%). Quindi può tenere i titoli a un prezzo di carico che non incorpora un premio di maggioranza a condizione che questo resti minore o uguale al consensus.
Ebbene, se gli analisti dovessero cominciare a seguire Goldman sulla strada del downgrading, a Vivendi non resterebbe che svalutare. Il che, ai prezzi attuali, alzerebbe il sipario su un buco che per Vincent Bolloré e soci vale 1,3 miliardi, pari alla differenza tra il prezzo pagato per il 24,9% di Telecom e l'odierna valutazione. Il tutto a fronte di un'altra patata bollente: il consolidamento pro quota dei 26 miliardi di indebitamento Telecom, che sul bilancio di Vivendi varrebbero 6,5 miliardi di nuovi debiti.
Per questo Genish deve cercare di convincere il mercato e farlo in fretta: al piano industriale preannunciato per il prossimo marzo manca troppo tempo. Mentre oltre alla fuga degli investitori, c'è il rischio che prosegua anche quella dei manager.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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