Risolta la partita Ppf, è probabile sarà sul Bosforo la prossima mossa strategica delle Generali. In palio c'è la turca Yapi Kredi Sigorta, la compagnia assicurativa controllata dal gruppo Yapi Kredi (53,1%), il «fortino» che Unicredit ha a Istanbul insieme alla locale Koç. Le voci di interesse da parte del Leone non sono nuove, ma alcuni osservatori hanno carpito alcuni indizi al riguardo tra le parole pronunciate ieri dall'ad Mario Greco: l'ad delle Generali, illustrando i dettagli del riacquisto in due tappe del 49% della joint venture Ppf dal magnate ceco Petr Kellner per 2,521 miliardi, ha infatti espresso due concetti chiave: le controllate Bsi e Generali Usa restano in vendita, ma il Leone non ha bisogno di altra liquidità per fare fronte al secondo appuntamento con Kellner a fine 2014.
«Venderemo asset, ne abbiamo bisogno per migliorare la nostra posizione di capitale e ridurre il debito», ha aggiunto Greco sottolineando che Generali acquisendo l'intera Ppf cancella «ogni incertezza» sulla strategia di sviluppo in est Europa che è quindi strategica. I proventi ottenuti dalle cessioni potrebbero quindi essere destinati allo shopping. Come appunto Yapi Kredi Sigorta, per cui si era parlato anche di un interesse di Zurich e Axa, e che secondo le sale operative, potrebbe valere 600-700 milioni di dollari. Trieste avrebbe così un altro veicolo di crescita da «coniugare» alla Ppf e si rafforzerebbe in Turchia dove già opera con Generali Sigorta.
Il direttore finanziario Alberto Minali ha intanto ribadito che entro questa settimana Trieste attende le offerte non vincolanti sia per Bsi sia per Generali Usa: «Ci sono proposte interessanti e non vedo ostacoli per vendite che genereranno cash». La svizzera Bsi, attiva nel private banking, è in carico al Leone per 2,3 miliardi, e quindi per gli analisti è scontato che la vendita produrrà una minusvalenza ma la partita dovrebbe creare comunque valore. Cedendo Bsi, Greco de-consoliderebbe 555 milioni di goodwill e «risparmierebbe» i circa 900 milioni ora allocati alle attività bancarie della controllata, con un beneficio in termini di solidità patrimoniale: se il prezzo finale fosse 1,3 miliardi, la Solvency I migliorerebbe di 5 punti, e l'impatto sarebbe sopra la parità anche a 1 miliardo. Il contratto potrebbe poi prevedere una compensazione a termine una volta tolta la tara dell'atteso accordo con la Svizzera sulle attività finanziarie degli italiani. Quanto a Generali Usa, attiva nella riassicurazione, il compratore naturale appare Munich Re che sotto traccia resta però fredda.
Ora i dettagli della fine dell'asse con Kellner: le intese prevedono che Ppf versi 352 milioni di dividendi. Entro il 28 marzo Generali rileverà quindi un altro 25% della joint venture salendo così al 76% e assumendone il comando. La spesa prevista è pari a 1,28 miliardi e Greco vi farà fronte anche con il bond da 1,25 miliardi emesso a dicembre, l'esborso netto è però in realtà 1,1 miliardi visto che Ppf rimborserà a Trieste 200 milioni di bond. A fine 2014 scatterà invece l'opzione d'acquisto sul restante 24% di Ppf.
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