Generali cede Migdal e incassa 835 milioni per Est, Asia e Brasile

Generali cede Migdal e incassa 835 milioni per Est, Asia e Brasile

Generali abbandona il mercato israeliano. Ieri la compagnia guidata da Giovanni Perissinotto ha comunicato di aver ceduto il 69,1% della controllata Migdal al gruppo Eliahu per un controvalore di 835 milioni. La plusvalenza attesa su base consolidata per il Leone è di 103 milioni, con un miglioramento stimato del Solvency 1 ratio di circa 2,4 punti. Il prezzo di vendita ingloba un premio del 12,6% rispetto alla chiusura di Borsa del titolo Migdal a Tel Aviv martedì scorso. La decisione, nell’aria già da qualche tempo, sancisce la definita uscita del gruppo triestino dal mercato assicurativo mediorientale nel quale era entrato nel 1934, fondando la stessa Migdal della quale aveva rilevato la maggioranza in sede di Ipo nel 1997 sotto la presidenza Bernheim. La forte instabilità politica dell’area, la compressione dei margini nel ramo Vita (già di per sé problematico con i rischi guerra e terrorismo) e la bassa redditività dei rami Danni di Migdal hanno accelerato la dismissione. Con la liquidità recuperata il gruppo Generali potrà continuare a focalizzarsi nelle aree che presentano un potenziale di crescita più elevato come l’Est Europa, l’Asia e il Brasile.
A Piazza Affari il titolo ha guadagnato l’1,62% a 12,58 euro sovraperformando lo Stoxx di settore (+0,6%).

Gli analisti di Intermonte, pur confermando il rating neutral e il target a 14 euro, hanno apprezzato l’operazione giacché allontana ulteriormente l’ipotesi di un aumento di capitale, per altro già recisamente negata dallo stesso ad Perissinotto. Jp Morgan, infine, ha ribadito il giudizio neutral, alzando il prezzo obiettivo da 13 a 14 euro.

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