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Generali, cresce la raccolta Nel 2012 sfiora i 70 miliardi

Generali, cresce la raccolta Nel 2012 sfiora i 70 miliardi

La raccolta di Generali nel 2012 è stata migliore delle attese del mercato. Il gruppo assicurativo triestino, guidato da Mario Greco, è riuscito a conseguire 69,6 miliardi di premi con una crescita del 3,2% rispetto al 2011. Gli analisti si aspettavano una sostanziale stabilità del dato attorno ai 67,3 miliardi dell'anno precedente, in linea con quanto lasciato trapelare dal management. La Borsa ha apprezzato i risultati e ieri il titolo della compagnia ha recuperato il 2% chiudendo a 12,71 euro.
E, invece, il Leone è riuscito a far aumentare la raccolta sia nei rami Vita (+3,1% a 46,8 miliardi) che in quelli Danni (+3,3% a 22,8 miliardi). A trainare la performance sono stati la Germania (+6%) e i Paesi del Centro-Est Europa (+6,9%), segno chiaro che la scelta di anticipare la soluzione del nodo Ppf con Kellner potrà consentire un lavoro più tranquillo in quell'area geografica.
A ben guardare, però, il presidio del mercato italiano ha tenuto. La raccolta complessiva è stata di 20,1 miliardi con un calo dello 0,5%, una flessione inferiore sia a quella del pil che a quella - molto più marcata - del mercato assicurativo nel suo complesso. Anzi, il comparto Vita (+0,4% a 12,7 miliardi) ha segnato un piccolo progresso in virtù del boom dei prodotti previdenziali (+15%), mentre i rami Danni (-2% a 7,3 miliardi) hanno sofferto il contesto recessivo. La riorganizzazione avviata da Greco con la creazione di Assicurazioni Generali Italia e la semplificazione del sistema distributivo a soli tre marchi (Generali, Alleanza e Genertel) dovrebbe poi permettere il raggiungimento di economie di scala, unico driver per spingere la redditività visto il perdurare della congiuntura macroeconomica negativa.
Dopo la presentazione della strategic review a gennaio a Londra, si è aggiunto così un nuovo dato, quello sui premi, a costituire una base di partenza per le Generali del triennio 2013-2015. Un orizzonte nel quale la compagnia conta di raggiungere un Solvency ratio del 160%, un roe del 13% e un risultato operativo superiore ai 5 miliardi. Entro la fine del mese prossimo, inoltre, dovrebbe essere effettuato il closing sull'acquisizione del 25% di Ppf per 1,1 miliardi, già interamente finanziati dal bond ibrido da 1,25 miliardi lanciato a fine 2012.
C'è, tuttavia, una circostanza da osservare, proprio da quella presentazione il titolo Generali ha perso il 12,7 per cento. Un po' perché il mercato dal Leone si aspetta sempre «effetti speciali» (e i target non sono ultra-ambiziosi) e un po' perché la compagnia ha sofferto l'allargamento degli spread per i Bund in portafoglio. E di certo non è stata aiutata dalla decisione di Telco, la controllante di Telecom (di cui Generali ha il 30,6%) di svalutare le azioni dell'operatore in portafoglio da 1,5 a 1,2 euro: una mossa che costerà ai soci del Leone un'altra minusvalenza da 300 milioni. Sono coincidenze - è vero - ma dai top player ci si attende sempre grandi numeri.
Ora la vera sfida di Greco è chiudere la partita delle dismissioni: a partire da Bsi per finire con le attività di riassicurazione negli Usa.

Agli advisor Mediobanca e JpMorgan le offerte non vincolanti sono arrivate alla fine di gennaio e gli interessati sono tutti di primo piano. Ma Greco (il cui mantra è «faremo di tutto per valorizzare i nostri asset») non ha intenzione di fare sconti a nessuno.

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