Parte bene il 2012 di Generali. Lutile netto, ancorché in calo tendenziale del 7,9%, si è attestato nel primo trimestre a 567 milioni di euro, tornando su valori consoni al gruppo assicurativo triestino dopo che gli ultimi sei mesi del 2011 avevano portato in dote poco più di 50 milioni di euro. E battendo il consensus (527 milioni).
La raccolta premi totale si è attestata a 19,8 miliardi con un incremento del 6,1% e ha evidenziato un andamento positivo sia nei rami Danni (+4,7% a 7 miliardi) che nel Vita (+6,9% a 12,8 miliardi). Il risultato operativo è rimasto stabile (-0,1%) a 1,23 miliardi, anche in virtù della performance del segmento finanziario (+12,2%) trainata da Banca Generali.
A completare il quadro la risalita del solvency ratio al 133% dal 117% di fine dicembre e il recupero del patrimonio netto di gruppo a quota 18 miliardi, con un incremento di 2,5 miliardi in tre mesi. «Confermiamo il target di risultato operativo tra 3,9 e 4,5 miliardi», ha dichiarato il group ceo Giovanni Perissinotto, mentre il direttore finanziario Raffaele Agrusti ha ribadito in conference call che lobiettivo di fine anno è un «utile di 1,8 miliardi di euro». I dati presentati ieri consentono di sviluppare qualche ragionamento in prospettiva. I rami Danni hanno un combined ratio in miglioramento al 95,4% (91% nellEst Europa) e Agrusti ha confermato un target di raccolta Vita netta di 4-5 miliardi con un focus sulla redditività (la marginalità della produzione arriva al 30%); lEstremo Oriente continuerà a dare soddisfazioni (Bsi ha alzato i target a 19 miliardi di franchi svizzeri in gestione a fine 2013). Unipol-Fonsai? «Non ci preoccupa, allinizio saranno concentrati sullintegrazione», ha tagliato corto Agrusti. Se a tutto questo aggiungiamo che «non sono previste nuove svalutazioni» e che la nuova emissione fino a un miliardo ottimizzerà il debito (scadono a breve 750 milioni), i commenti positivi degli analisti - da JpMorgan a SocGen - sono più che giustificati a fronte di un bilancio sorprendente (SocGen stima un dividendo di 0,38 euro). Ma proprio quel gap tra il risultato operativo e lutile attesi preoccupano operatori come Barclays. Anche per questo motivo (ma pesano anche le critiche ricevute dal management in assemblea) Agrusti ha incalzato Bernabé & C. (Generali ha il 30,6% di Telco) dopo 628,6 milioni di writedown nel 2011: «Telecom deve fare risultati migliori».
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