Generali lancia l'Opa su Cattolica

Offerta a 6,75 euro per azione. Ma il mercato fiuta il rilancio: titolo su del 15% a 6,97

Generali lancia l'Opa su Cattolica

Dopo aver atteso il risanamento dei conti e il cambio della governance, Generali si è decisa a lanciare l'Opa su Cattolica Assicurazioni (partecipata al 23,6%) a 6,75 euro per azione cash, con un impegno complessivo fino a 1,176 miliardi. Ma nulla è scontato: ieri Cattolica ha chiuso la seduta a 6,97 euro in rialzo del 15,1%, a un prezzo più alto di oltre il 3% rispetto a quello dell'Opa.

Il mercato che fino a due sedute fa neppure riconosceva a Cattolica i 5,55 euro per azione pagati dal Leone lo scorso ottobre nell'aumento di capitale riservato, già scommette sul rilancio dell'offerta. Magari fino ai 7,3 euro per azione pagati da Warren Buffett nel 2017 per l'ingresso nel gruppo di cui oggi il guru di Omaha, in seguito alla diluizione legata alla ricapitalizzazione di ottobre, dovrebbe avere quasi il 7%. Il braccio di ferro con Generali potrebbe coinvolgere gli istituzionali presenti nel gruppo con oltre il 50% del capitale (tra cui Vanguard, iShares e Dfa), oltre alla Fondazione Banca del Monte di Lombardia (che potrebbe essersi diluita intorno al 2,4%) e Cariverona (intorno all'1%).

Che ci fosse qualcosa nell'aria si iniziava a percepire già venerdì, come riportato da il Giornale, con lo scatto del titolo in Borsa malgrado un aumento di capitale da 200 milioni teoricamente in arrivo. Cattolica infatti, con un solvecy raito del 199%, non ha ancora ridiscusso i piano di rafforzamento di capitale da 500 milioni complessivo (di cui la prima tranche da 300 milioni già portata a termine), imposto un anno fa dall'Ivass (con l'indice di patrimonializzazione al 111%).

A questo punto ci penserà Generali: l'Opa lanciata dal gruppo di Philippe Donnet è condizionata al fatto che Cattolica non dia seguito alla seconda tranche dell'aumento di capitale. D'altro canto, come spiega Trieste, l'acquisizione di Cattolica avrebbe un impatto limitato a 7,8 punti base sul solvency ratio del gruppo (che ad aprile si attestava al 234%). L'offerta, volta al delisting, dovrebbe chiudersi per novembre ed è condizionata al raggiungimento del 66,67% del capitale (anche se Generali si riserva di dare seguito all'Opa anche con il raggiungimento della maggioranza).

La decisione di procedere con un all-in su Cattolica da parte di Donnet permetterà al Leone di mettere a frutto parte dei 2,3 miliardi destinati allo shopping dal piano industriale e ancora in cassa, oltre che di completare l'integrazione con Cattolica e consolidare la posizione nel mercato italiano. L'operazione è stata votata all'unanimità dal cda di Generali, compresi Leonardo Del Vecchio (al 3,97% del capitale) e Francesco Gaetano Caltagirone (al 5,62%) che, la scorsa estate, avevano alto più di un sopracciglio di fonte all'annuncio della partnership.

Il lieto fine potrebbe essere rovinato da una spina: in caso di cambio di controllo di Cattolica entro il 2024, Banco Bpm potrà godere, per così dire, di uno sconto di 50 milioni qualora decida di esercitare l'opzione di acquisto sul 65% delle join venture Vera Vita e Vera

Assicurazione. Sempre ieri, infine, Generali ha annunciato di aver completato l'acquisizione di Axa Insurance in Grecia, annunciata a fine 2020, e di aver esteso per venti anni l'accordo di distribuzione esclusivo con Alpha Bank.

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