Generali, l'utile sale del 4,5% Greco: «Presto il nuovo piano»

Se Mario (Draghi) non avesse innestato la retromarcia sulla politica anti-spread, l'esordio di Mario (Greco) alla guida delle Generali sarebbe stato «super» sotto tutti i punti di vista. Il Leone, infatti, ha presentato una semestrale che ha battuto le attese degli analisti con un utile netto consolidato di 842 milioni (+4,5% annuo) e un risultato operativo sostanzialmente stabile a quota 2,3 miliardi di euro. Una performance sorprendente, considerati i 155 milioni di risarcimenti catastrofi legati al terremoto in Emilia Romagna. E che ha incoraggiato il management a confermare l'obiettivo di un utile operativo superiore ai 3,9 miliardi del 2011 con un risultato operativo del Vita nella parte alta della forchetta 2,4-2,8 miliardi.
Ancora più confortevoli sono apparse le prime parole del nuovo Group ceo nella conference call. «Il mio compito, che mi impegnerà nei prossimi mesi nel rivedere il business, è di sviluppare un chiaro piano di azione per dare valore agli azionisti e agli altri stakeholders», ha esordito Greco preannunciando che «il 9 novembre quando presenterò i conti del terzo trimestre illustrerò la tabella di marcia per condividere i risultati della mia revisione e un'agenda di esecuzione del piano».
Insomma, il nuovo business plan è già in fieri, a conferma del decisionismo dell'ex manager Zurich che non intende perdere tempo in chiacchiere. «Comunque - ha aggiunto - ho anche identificato tre azioni-chiave da fare subito. Primo, partirò con una revisione delle performance finanziarie e operative del gruppo, confrontandole con le migliori in ciascun settore di attività. Secondo, avvierò una attenta revisione del gruppo e del suo portafoglio di attività. Terzo, esaminerò l'attuale struttura organizzativa, i processi decisionali, i sistemi di governance interna e le competenze e gli obiettivi dei manager, mettendo tutto a confronto con i migliori gruppi assicurativi».
Il primo e il secondo punto sono strettamente interconnessi: occorrerà rivitalizzare la redditività del portafoglio investimenti che a fine giugno ammontava a 317 miliardi. Un'altra rassicurazione è giunta dal cfo Raffaele Agrusti che ha ribadito come non vi sia «nessuna intenzione» di aumentare il capitale e che«non è previsto alcun cambiamento nella joint venture con Ppf» ,la cui put sul 49% di Kellner è una spada di Damocle da 2,5-3 miliardi.
Sembrava andare tutto per il meglio. Nei primi sei mesi la raccolta Vita ha segnato un +0,4% a 23,2 miliardi e i Danni hanno proseguito il trend di crescita con un +5,2% a 12,4 miliardi. Il solvency ratio si è attestato nel semestre al 130%, in aumento su fine 2011 ma leggermente peggiorato rispetto al 133% di marzo.


Tutte le case d'affari hanno salutato positivamente i dati resi noti ieri mattina perché le performance sono risultate migliori alle attese sia di Goldman Sachs che di Citi. Mancava solo il giudizio della Borsa. E così dopo aver segnato un incoraggiante rialzo fino al 4,2%, Mario Draghi ha rovinato la festa al suo omonimo e il titolo ha ceduto il 6,43% a 9,61 euro.

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