Economia

Generali sostituisce Cirinà e gli mostra il cartellino giallo

Sospensione e diffida all'utilizzo di informazioni riservate Il suo posto a Liverani. Domani il manager parla al mercato

Generali sostituisce Cirinà e gli mostra il cartellino giallo

Generali sospende con effetto immediato e fino a ulteriore avviso Luciano Cirinà, il top manager responsabile dell'Austria e dei Paesi dell'Europa Centro Orientale che, sostenuto da Francesco Gaetano Caltagirone (socio all'8% del capitale), scenderà in campo contro la lista del cda al rinnovo del board del 29 aprile e presenterà domani a Milano un piano industriale alternativo a quello dell'ad Philippe Donnet. Contestualmente Giovanni Liverani, responsabile della Germania, assume ad interim e con effetto immediato gli incarichi del manager sospeso.

La comunicazione del big delle polizze è arrivata ieri pomeriggio, ma erano giorni che a Trieste la tensione era alle stelle dopo che, una settimana fa, l'ingegnere romano aveva candidato per la carica di ad, a sorpresa, Cirinà, alto dirigente a diretto riporto di Donnet, candidato a sua volta alla guida del Leone dalla lista del cda voluta da Mediobanca (al 17,2% dei diritti di voto) e DeAgostini (all'1,4%). La compagnia assicurativa, nella nota, ha evidenziato di aver comunicato a Cirinà la permanenza degli obblighi statutari o contrattuali derivanti dal rapporto di lavoro anche durante il periodo di sospensione. Tra questi la società evidenzia la protezione delle informazioni confidenziali e il rispetto delle policy che regolano le relazioni con i media, gli analisti finanziari, le agenzie di rating, gli investitori, in quanto, come specifica Generali, si tratta di attività riservate esclusivamente alle funzioni preposte all'interno della compagnia. Insomma, secondo una traduzione del comunicato e l' interpretazione normativa su cui poggia la nota, da parte di fonti vicino a Trieste, il manager potrebbe rischiare il licenziamento qualora proseguisse nella scelta di presentare un piano alternativo a quello deliberato, a dicembre, dal cda di Generali.

Lo scontro tra i due contendenti, o meglio tra Mediobanca con DeAgostini e Caltagirone che dovrebbe contare Leonardo Del Vecchio (al 6,6% del capitale) e Fondazione Crt (all'1,7%), è epocale. E non è detto che si fermi a Trieste considerando che il patron di Luxottica e l'ingegnere vantano posizioni consistenti in Piazzetta Cuccia (rispettivamente il 19,4% e il 3,1% del capitale) su cui si potrebbe spostare in futuro la battaglia.

Intanto, dopo aver scosso Piazza Affari con la prima storica contrapposizione all'influenza su Generali da parte di Piazzetta Cuccia da parte di un azionista privato e dopo aver costretto le autorità di mercato a esprimersi su tematiche di governance non ancora normate (come lista del cda), il duello potrebbe approdare nei testi di diritto del lavoro per i suoi risvolti inediti con un alto dirigente che scende in campo contro il cda in scadenza, dalla sua scrivania, senza presentare le dimissioni e chiedendo un'aspettativa (su cui non si hanno notizie).

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