Economia

La Germania vuole l'euro-tassa sulle transazioni finanziarie

La Germania propone una tassa europea sulle transazioni finanziarie da introdurre in 10 Paesi. Nella lista c'è anche l'Italia

La Germania vuole l'euro-tassa sulle transazioni finanziarie

Non bastava il governo giallorosso. Adesso pure la Germania vuole tassarci. da Berlino arriva una proposta all'Ue che ha il sapore dell'ennesima fregatura per milioni di contribuenti italiani: una tassa europea su tutte le transazioni finanziarie. A proporla di fatto è il ministro del Tesoro tedesco Olaf Scholz che ha già in mente un piano per introdurre questa nuova "euro-tassa". Secondo quanto rivela la "Sueddeutsche Zeitung", Sholz avrebbe resentato agli omologhi degli altri Stati membri dell’Ue una proposta per l’adozione di un’imposta europea sulle transazioni finanziarie, chiedendo che venga approvata in via definitiva per entrare in vigore nel 2021. La tempistica è abbastanza strana: Berlino ha fretta e non vuole perdere tempo sull'introduzione di una nuova stangata fiscale. E da Berlino è arrivato anche un elenco di Paesi in cui questa imposta europea dovrebbe prendere piede: Germania, Italia, Francia, Belgio, Austria, Grecia, Spagna, Portogallo, Slovenia e Slovacchia.

In Italia una tassa sulle transazioni esiste già, ma di fatto con una nuova imposta europea il rischio è che l'imposta possa crescere e possa anche riguardare alcuni settori ancora risparmiati dalla batosta fiscale. Lo schema previsto da Berlino prevede una imposta dello 0,2 per cento sul valore di ogni operazione. Sempre Scholz ha precisato che l'aliquota verrebbe applicata esclusivamente alle azioni di società che hanno un valore superiore a un miliardo di euro. In Germania, sono 145 le aziende che rientrano in tale categoria, cifra che sale a 500 aziende se si considerano i dieci Stati membri dell’Ue in cui secondo Scholz andrebbe inizialmente introdotta l’imposta europea sulle transazioni finanziarie. Di fatto però dall'imposta resterebbero fuori tutte le offerte pubbliche iniziali, le cosidette Ipo, e ogni Paese membro dell'Ue potrebbe decidere poi autonomamente i fondi azionari e i prodotti per la pensione privata e integrativa. Secondo Scholz, dall’imposta europea sulle transazioni finanziarie la Germania ricaverebbe entrate per circa 1,5 miliardi di euro all’anno, che in buona parte verrebbero utilizzati per finanziare la pensione di base.

Insomma da Berlino arriva la proposta di una Tobin tax europea che però potrebbe riservare amare sorprese per i risparmiatori italiani.

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