Economia

La gestione delle dighe in America Latina: una chiave per lo sviluppo del continente

In America Latina ISMES, società del gruppo CESI, gestisce sul fronte tecnologico e del monitoraggio alcune delle più importanti dighe a livello mondiale

La gestione delle dighe in America Latina: una chiave per lo sviluppo del continente

Una strategia chiave per lo sviluppo dell’America del Sud in un’ottica di sostenibilità sociale, economica e ambientale passa per la gestione corretta delle grandi dighe del continente. L’energia idroelettrica, secondo i dati dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (Iea), è la principale fonte di produzione di elettricità in America Latina, rappresentando il 45% della fornitura totale di elettricità dalla regione. Un dato indicato come destinato a rimanere uguale, o addirittura a crescere, da qui al 2040, in un contesto che, secondo la Iea, vede l’America del Sud messa a rischio dai cambiamenti climatici, che portano eventi estremi, scioglimenti dei ghiacciai, distorsione nel livello ottimale dei fiumi.

L’area del Sud America ospita alcune delle dighe più grandi del mondo, come quella di Itaipu sul fiume Paranà, al confine tra Brasile e Paraguay, con un invaso capace di contenere 29 chilometri cubi d’acqua, o quella sul Lago Tucurui, sempre in Brasile, che arriva a 45 chilometri cubi.

Complessivamente, sono 1.922 gli impianti attivi nel continente, stando ai dati dell’International Commission on Large Dams. E sono dighe da monitorare con attenzione perché gli impianti legati alla generazione idroelettrica sono tra i più fragili e incerti al mondo. Se non adeguatamente supervisionate e mantenute, le dighe possono essere soggette a impatti negativi legati alla sicurezza, ai rischi ecologici e alle minacce alla biodiversità. Questi fattori e gli effetti aggiuntivi che gli eventi legati al cambiamento climatico potrebbero causare in queste infrastrutture e nel loro ambiente circostante impongono un continuo processo di monitoraggio e studio delle dighe.

Il dato più importante, ovviamente, è il monitoraggio strutturale degli impianti. Anche e soprattutto per una regione come quella latino-americana, questo si sostanzia in una crescente necessità di competenze tecniche per il controllo e la gestione degli impianti e lo sfruttamento delle nuove tecnologie per ottimizzare manutenzione, costi di gestione, sicurezza. Su questi fronti, in America Latina come attore primario in questi campi si segnala un gruppo italiano, ISMES, società appartenente al Gruppo CESI, che vanta una esperienza di oltre mezzo secolo nelle verifiche strutturali delle dighe. ISMES è specializzata nella progettazione di impianti idroelettrici e nell’implementazione dei sistemi di monitoraggio. Nel corso degli anni, ha poi ampliato al resto delle infrastrutture civili la sua area di pertinenza. ISMES è in grado di eseguire complesse prove in laboratorio e in situ per lo studio approfondito dei materiali da costruzione: informazioni basilari per permettere gli studi sulle verifiche statiche, dinamiche e sismiche.

Grazie alla consolidata esperienza tecnica nel settore idroelettrico, ISMES mira ad aiutare i proprio clienti a sviluppare gli studi geologici, strutturali, idraulici e di fattibilità per tutti i nuovi progetti di installazione e/o riabilitazione di impianti esistenti. La società provvede autonomamente alla valutazione della sicurezza, alla progettazione, all’installazione e alla manutenzione di sistemi di monitoraggio. Offrendo così una filiera di servizi completa sia sul lato programmatico che su quello gestionale.

Sono ben 300 le dighe gestite dalla società infrastrutturale del gruppo milanese. Tra queste, molte sono in America Latina, compresa la precedentemente citata diga dell’Itaipù, cruciale per la sicurezza energetica del Brasile e del piccolo Paraguay. La diga rende il Brasile il maggiore attore nell’idroelettrico del continente e avvicina Asuncion a un ruolo chiave nella partita per la transizione energetica: la produzione di elettricità del Paraguay deriva al 100% da fonti di energia rinnovabile, con una capacità vicina ai 60.000 GWh all'anno. La diga sul Paranà ha valenza strategica, e ISMES la monitora con 300 sensori e 24 sistemi di acquisizione dati che trasmettono informazioni in tempo reale sulla tenuta strutturale dell’impianto. In maniera tale da poter verificare ogni rischio potenziale e operare in anticipo sul fronte delle manutenzioni richieste.

Sempre in Brasile, ISMES è stata scelta per supportare il progetto di monitoraggio della Centrale di Paranapanema, sita sul fiume Paranapanema nello stato di San Paolo, e della Centrale di Torixoreu, che si trova sul Sao Domingo nello Stato del Mato Grosso. In entrambi i casi, l’azienda del Gruppo CESI ha analizzato la situazione attuale delle dighe e studiato le migliori soluzioni per migliorarne le condizioni di sicurezza e ottimizzarne i costi di esercizio.

Nel primo caso, in particolare, il dissesto idrogeologico legato alle mutate condizioni climatiche si è aggiunto a un dato strutturale chiaro, legato alla problematica presenza di un ponte sopra la diga. ISMES ha supportato tutti i lavori strutturali volti rendere la diga immune ai problemi connessi al flusso d’acqua crescente e a evitare l’ampliamento dei danni.

Una sfida complessa affrontata, come molte altre, con un know-how e una visione d’insieme cruciale per la gestione delle dinamiche che riguardano lo sviluppo sostenibile e gli impianti per la generazione rinnovabile, valorizzabili con ingegno e tecnologia.

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