Carlos Ghosn ora è solo. L'ex top manager franco-libanese, in carcere da due mesi, ha rassegnato le dimissioni dalla carica di presidente e ad di Renault. Una decisione attesa dopo che il tribunale di Tokio gli aveva respinto la richiesta di libertà su cauzione.
Estromesso da Nissan e dall'Allenza Renault-Nissan-Mitsubishi, a questo punto Ghosn viene lasciato al suo destino. Le funzioni di comando, in Renault, saranno prese da Jean-Dominique Senard, nuovo presidente (fino a maggio resta anche numero uno di Michelin, affiancando il nuovo ceo del colosso delle gomme, Florent Menegaux), mentre per la carica di ad e direttore generale è stato nominato Thierry Bolloré, cugino di Vincent, patron di Vivendi, che a sua volta controlla il 25% circa dell'italiana Tim.
Le disgrazie giudiziarie di Ghosn, probabilmente anche «pilotate» dal suo ex delfino Hiroto Saikawa, ad di Nissan, in poco tempo hanno cambiato sia il volto della Casa giapponese che l'ex numero uno aveva salvato, sia di Renault sia dell'Alleanza a tre.
È presumibile, a questo punto, che una volta ridefiniti i vertici di Nissan e Renault, l'attenzione si sposti nuovamente sull'Alleanza, in particolare su chi la guiderà in futuro dopo l'uscita di scena del plenipotenziario Ghosn. Un braccio di ferro sarebbe all'orizzonte, visto che i giapponesi rivendicano il ruolo di forza trainante rispetto a Renault. Da parte sua, il nuovo presidente della Casa francese, Senard, è da sempre considerato un manager molto vicino alla politica. Sulla sua designazione è stato fondamentale il benestare dell'Eliseo che, di Renault, detiene il 15%. E che ha tutto l'interesse affinché Parigi non molli il volante dell'Alleanza.
Decisiva, in proposito, sarà la prima metà dell'anno. In aprile, Nissan riunirà l'assemblea degli azionisti per nominare il nuovo presidente e prendere atto dell'uscita sia di Ghosn sia del suo ex braccio destro Greg Kelly. Quest'ultimo, a differenza dell'ex capo, è tornato il libertà su cauzione. Il passaggio successivo sarà, in giugno, la ridefinizione della governance di Nissan all'interno dell'Alleanza con Renault e Mitsubishi. È vero che a Tokio è stata apprezzata la scelta di Renault di sdoppiare le funzioni al vertice (l'operatività toccherà a Bolloré), insieme alla decisione di affidare la presidenza a una figura del calibro di Senard, al quale è riconosciuta la grande esperienza a livello globale: sarà infatti lui a occuparsi prevalentemente dell'Alleanza. Ma basterà a Nissan per rinunciare alla guida del terzetto? E, soprattutto, l'Alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi, che ha fatto delle sinergie l'asse portante dell'accordo a tre, avrà, come più volte rassicurato, un futuro? Tra aprile e giugno arriverà la risposta a queste domande. Senard ha, intanto, messo le mani avanti: «In un contesto di straordinaria trasformazione del mondo della mobilità, non possiamo essere soli, ecco perché l'Alleanza è assolutamente essenziale».
Il ministro francese
dell'Economia, Bruno Le Maire, ha infine dichiarato che Parigi, in qualità di azionista chiave, sarà estremamente vigile in merito al pagamento dell'indennità di fine rapporto da parte di Renault a Ghosn. Adieu monsieur Ghosn.
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