Giù l'utile Generali, Borsa fredda -3,9%

Il Leone: «Il piano è confermato». Gli analisti restano fiduciosi

Cinzia Meoni

Generali paga un primo trimestre in chiaroscuro, con un calo del 3,9% in Borsa (-3,9% a 12,5 euro) mentre, nonostante le rassicurazioni dell'ad Philippe Donnet sulla capacità del gruppo assicurativo di centrare gli obiettivi del piano industriale, non manca chi solleva alcuni dubbi. Anche se la maggioranza degli analisti interpellati rimane fiduciosa.

Quanto al trimestre, Mario Greco ha lasciato la guida del gruppo a febbraio, il Leone ha registrato un utile netto in calo del 13,8% a 588 milioni, un utile operativo di 1,1 miliardi (-12,3%), una redditività operativa al 13,3% (dal 13,4% di un anno fa) e premi per 20 miliardi (-1,1%). Il direttore finanziario Alberto Minali ha spiegato che la riduzione della redditività è «in gran parte riconducibile alla decisione, stante le attuali avverse condizioni di mercato, di realizzare minori plusvalenze sui nostri investimenti, diversamente da quanto fatto nel primo trimestre del 2015». Quanto all'indice di solidità, è sceso al 188% dal 202% del lo scorso anno a causa della volatilità dei mercati e dei bassi tassi. Tra gli spunti positivi invece il miglioramento della raccolta netta Vita (+6,4%) e del combined ratio (il rapporto tra premi incassati e risarcimenti) sceso al 92% dal 93,3% di un anno fa. I risultati, a giudizio di Minali, «dimostrano la capacità di Generali di gestire periodi particolarmente sfidanti come quello in corso». Gli analisti non ne sono così convinti: molti si attendevano qualcosa di più, soprattutto sulla raccolta e sull'utile operativo.

Il trimestre tuttavia non modifica le previsioni del piano quadriennale che prevede, sull'intero periodo, la generazione di una cassa di sette miliardi, cinque miliardi di dividendi e un Roe attorno al 13%. Peraltro, come ribadito da Minali, «l'ambiente difficile» e «i target ambiziosi» obbligheranno il gruppo ad essere ancora «più bravo ed efficiente in termini di costi». I broker interpellati per lo più ritengono credibili simili previsioni, compreso l'obiettivo di «migliorare la remunerazione degli azionisti in coerenza con il piano strategico già presentato al mercato». «Si tratta di un piano triennale, quindi i target definiti sono sul 2018, c'è tutto il tempo per recuperare» sostiene un esperto che preferisce l'anonimato. Un broker di una sim milanese evidenzia poi come il top management di Generali sia sempre stato corretto nei confronti del mercato e quindi non ci siano ragioni di dubitare delle previsioni.

Dalle sale operative si sottolinea infine l'ampio spazio di manovra lasciato al management sul fronte dei costi e delle efficienze, senza considerare che, in un prossimo futuro, può essere utilizzata la leva delle plusvalenze sugli investimenti, accantonata in questi mesi a causa delle bufere sui mercati.

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