Google nel mirino dell'Unione Europea rischia una maximulta fino a 6 miliardi di euro. L'Antitrust Ue ha aperto due procedure formali sull'azienda Usa per «abuso di posizione dominante nel mercato della ricerca su internet». E come se non bastasse, ha aperto anche un'indagine formale anche sul sistema operativo Android, usato dal 84% degli smartphone del mondo.
Non c'è dubbio che l'attacco della Commissione a Google rappresenta il più duro contro un colosso hi-tech americano dall'inchiesta contro Microsoft del 2004 che, alla fine, ha dovuto sborsare oltre 1 miliardo di dollari di sanzioni. In realtà è dal 2010 che Google è nel mirino della Ue per abuso di posizione dominante. Un'accusa non del tutto infondata visto che la società di Mountain View, che realizza nel vecchio continente il 35% dei suoi ricavi, ha una quota di mercato «monstre» nella ricerca online che supera, in molti paesi europei il 90%, mentre negli Usa è più bassa, intorno al 65%. Ed è per questo che il commissario Ue alla concorrenza, Margrethe Vestager, ha aperto la procedura formale. Ora Google ha 10 settimane di tempo per difendersi dalle accuse. La prima è quella di aver «sistematicamente favorito» i suoi prodotti nelle pagine di ricerca. In particolare sotto accusa è il servizio «Google shopping», che secondo la Commissione, una volta fatta la ricerca viene messo in una posizione più evidente rispetto agli altri concorrenti che propongono gli stessi prodotti da acquistare. Per Bruxelles questo «viola le norme Antitrust europee perché soffoca la concorrenza e danneggia i consumatori». Un'accusa certamente non nuova ma i rimedi presentati finora sono stati giudicati «insufficienti». L'altra indagine formale si concentra invece sul sistema operativo per smartphone, Android. Qui Vestager mira a «verificare se l'azienda ha stretto accordi anticoncorrenziali o abusato della sua posizione dominante nel campo dei sistemi operativi, applicazioni e servizi per smartphone».
Immediata la replica di Google che ha respinto le accuse. Il vice presidente Amit Singhal sul blog ufficiale dell'azienda ha scritto: «Siamo fortemente in disaccordo con la Ue. Google può essere il motore di ricerca più utilizzato ma gli utenti possono trovare informazioni con diversi canali. Ci sono numerosi altri motori di ricerca quali Bing, Yahoo, Quora, DuckDuckGo e una nuova generazione di «assistenti di ricerca» come Siri di Apple e Cortiana di Microsoft. Inoltre, esistono molti servizi specializzati quali Amazon, Idealo, Le Guide, Expedia o eBay. In Germania, per esempio, i tre servizi di shopping più popolari sono Amazon, eBay e Idealo. Inoltre ci social network come Facebook e Twitter per cercare suggerimenti di vario tipo».
Google ha già cercato di patteggiare con la Ue. Il predecessore di Vestager, Joaquín Almunia, aveva provato, per tre volte, a raggiungere un accordo. Tentativi falliti a seguito di feroci critiche di aziende europee, tra cui diversi editori. Quanto ad Android, l'azienda sostiene che il suo sistema operativo «ha permesso ai produttori di smartphone di competere con le proprie innovazioni. Mentre gli sviluppatori possono raggiungere un pubblico maggiore e costruire business solidi».
La quota di mercato
del sistema operativo
Android, dedicato
agli smartphone
La pecentuale di fatturato che Google sviluppa nel vecchio continente grazie al suo motore di ricerca
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