Economia

Stipendi, ecco come cambieranno le busta paga dei lavoratori

Buste paga più pesanti grazie all'intervento del governo, con fringe benefit, premi di produttività e conferma del taglio del cuneo fiscale al 2%

Stipendi, ecco come cambieranno le busta paga dei lavoratori

Meno tasse per le imprese e buste paga più corpose per i lavoratori, ecco a cosa sta mirando il governo Meloni in queste ultime ore. Per i lavoratori italiani, dunque, ci sono importanti novità in arrivo. Per ottenere tutto ciò, il nuovo esecutivo starebbe pensando di ricorrere a due misure: i fringe benefit, ossia i benefit aziendali e l'accrescimento dei premi di produttività.

L'impiego dei fringe benefit

Col termine "fringe benefit" si intendono dei compensi non in denaro, elargiti sotto forma di beni e servizi rilevanti che saranno comunque presenti all'interno della busta paga. Tra questi, ad esempio, rientrano i buoni pasto.

Per capire di cosa stiamo parlando, basta pensare al decreto Aiuti bis, dove è stato previsto l'innalzamento a 600 euro dell'esenzione, includendovi anche le spese per le utenze domestiche. Agevolazione, fra l'altro, cumulabile col bonus carburante.

È molto probabile che il governo Meloni decida di confermare i fringe benefit anche per il prossimo anno, alzando addirittura il tetto di 600 euro a 1.000. Il tutto dovrebbe costare alle casse dello Stato circa 100 milioni, per quanto riguarda la conferma delle agevolazioni, e 150 milioni per l'aumento dei benefit.

I premi di produttività

In questo caso è l'Agenzia delle entrate a stabilire il funzionamento di tale misura. Al momento, i premi di produttività vengono tassati tramite cedolare secca del 10% fino a 3mila euro all’anno e per i redditi che arrivano a 80mila euro.

Per quei dipendenti che arrivano a portare incrementi di produttività o di redditività scatterà il premio. Se convertito in welfare, sarà esentasse.

L'attuale esecutivo sta però pensando di dimezzare la tassazione, con una cedolare secca che dal 10% passerà al 5%. Una misura non priva di costi per lo Stato, dato che si parla di un impegno pari a circa 300 milioni.

Il taglio del cuneo fiscale resta al 2%

Per quanto concerne il taglio del cuneo fiscale, per il governo Meloni si tratta di una misura non rinviabile e prioritaria.

Per ora si parla di restare al 2%, ma il presidente del Consiglio ha recentemente dichiarato che l'obiettivo dell'esecutivo è quello di intervenire con gradualità sino ad arrivare a un taglio di almeno 5 punti, così alleggerire il carico fiscale ai datori di lavoro e aumentare la busta paga ai dipendenti.

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