Governo-Tim: prime intese sulla rete

Incontro «produttivo» Calenda-Genish. Il futuro dipenderà dal piano industriale

Governo-Tim: prime intese sulla rete

Incontro «produttivo e positivo» quello tra il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda e l'ad di Telecom Amos Genish. Entrambi l'hanno definito così, con il ministro che ha tenuto a precisare che «è stato stabilito un metodo di lavoro che è quello di avere un approccio positivo e costruttivo». Meglio dunque, ha detto Calenda, «di come è stato in passato quando si aveva un approccio oppositivo, come per esempio sulle gare per le aree bianche». Quelle a cui Telecom non voleva partecipare. Calenda va diritto all'obiettivo del governo che è quello «di avere una maggiore connettività importante non solo per le telecomunicazioni, ma fondamentale per tutta l'industria 4.0».

In realtà questo è sempre stato l'obiettivo fin da quando è iniziata la «guerra» con Telecom per la rete in fibra ottica. Investimento che l'ex-monopolista non voleva fare. Poi la partenza di Open Fiber, la rete alternativa realizzata da Enel e Cdp, ha «aiutato» Telecom a ripensare le proprie strategie. Non c'è dubbio che, dietro a esternazioni amichevoli, Calenda abbia chiesto un impegno serio per la rete Ngn, quella in fibra ottica. L'idea è quella di non creare sovrapposizioni tra Open Fiber e Telecom. Anzi. La soluzione migliore sarebbe quella di un merger tra le due società della rete, che in questo modo potrebbero fare più investimenti. Ma i problemi per portare avanti questa ipotesi sono tanti.

Calenda ha adottato la politica dei piccoli passi e ha già detto che rivedrà presto Genish, che del settore reti in fibra ottica è super esperto avendo creato in Brasile il gestore Gvt. «Abbiamo deciso di vederci appena Telecom avrà prodotto il piano industriale per vederlo insieme - ha detto Calenda - per aprire una fase nuova più produttiva e costruttiva rispetto al passato». Insomma il ministro è contento ma vuole vedere quanti e quali saranno gli investimenti nella rete a fibra ottica, un asset indispensabile al Paese ma meno a Telecom che ce l'ha già nelle aree a grande concentrazione urbana, e dunque dove c'è più richiesta, ma che nicchia ad effettuare investimenti in aree meno interessanti. Secondo gli analisti l'ipotesi di merger o Ipo della rete rimane sul tavolo.

Secondo Equita il collocamento della rete in Borsa (come quella di Inwit) potrebbe essere interessante per Telecom Italia, in quanto manterrebbe il controllo dell'asset facilitando, comunque, sviluppi strategici futuri. Oggi si riunisce il cda di Telecom Italia per approvare il progetto di una joint venture sui contenuti media con Canal+, ma a quanto pare il controllo sarà 60% Tim e 40% Canal+ e non 80/20 come precedentemente indicato, andando incontro a una richiesta dei consiglieri indipendenti. Inoltre, Mediaset in questa fase resta alla finestra.

La priorità del biscione, che potrebbe comunque vendere contenuti a Tim-Canal+, è infatti ottenere da Vivendi un indennizzo per il mancato accordo su Premium. Sul tavolo c'è anche la cessione di Persidera la cui valutazione dovrebbe essere intorno ai 350 milioni di euro.

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