La Grecia: «Aiutateci o sarà bancarotta»

Parole, tante. Ma neanche un centesimo dei miliardi promessi. Con l'acqua sempre più alla gola, Atene ha lanciato ieri il grido di allarme: il rischio di un fallimento della Grecia è «molto elevato», è il monito pronunciato dal ministro delle Finanze ellenico Yannis Stournaras davanti all'Europarlamento. Parole chiarissime e disperate che riflettono l'emergenza.
La stessa emergenza che ha costretto il Tesoro greco a emettere ieri in tutta fretta 4 miliardi di bond a breve scadenza, per coprire altri pagamenti il 16 novembre, dopo che il vertice dell'Eurogruppo si è risolto con un nulla di fatto, nonostante il nuovo piano di austerity adottato dal governo Samaras e il giudizio positivo espresso dalla troika Ue-Bce-Fmi sui progressi fatti dai greci.
Anche se un accordo di massima sembra essere stato raggiunto, lo sblocco degli aiuti è stato rimandato alla riunione di martedì prossimo. Sempre che le divergenze tra l'Eurogruppo e l'Fmi sulla sostenibilità del debito greco, emerse in modo clamoroso durante la conferenza stampa finale tra i due numeri uno, Jean-Claude Juncker e Christine Lagarde, non blocchino tutto ancora una volta. L'intesa concede ad Atene due anni in più di tempo per portare al 3% il rapporto deficit-Pil e al 4,5% l'avanzo primario. Un rinvio che avrà un costo, secondo la Troika: 15 miliardi per il 2014 e 17,6 miliardi nel 2015-2016.


La Grecia aspetta una prima tranche di finanziamenti da 31,2 miliardi ancora del primo semestre, che non ha mai ricevuto, ma anche altre due, una da 5 e l'altra da 8 miliardi, originariamente previste per il terzo e quarto trimestre dell'anno. Ma da giugno tutto è bloccato. Il ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, non ha escluso un accorpamento in una sola rata degli aiuti.

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