Economia

Il greggio è pronto a ripartire. E Buffett ha già fatto il pieno

Il miliardario Usa ha l'ok per il 50% di Occidental Petroleum. Ecco le attese per Eni e Saipem in Borsa

Il greggio è pronto a ripartire. E Buffett ha già fatto il pieno

Mani forti sul petrolio. Il 2022 potrebbe essere ricordato come l'anno della rivincita dell'oro nero. E delle società, anche italiane - come Eni, Saipem e Saras - che operano in questo business. I conti si faranno tra pochi mesi, ma la finanza ha già scelto da che parte stare.

Non è un caso che il miliardario Warren Buffett stia reinvestendo da tempo su questa fonte di energia che sembrava dover lasciare definitivamente spazio a quelle alternative. Con la sua Berkshire Hathaway il guru di Omaha ha appena ottenuto l'ok delle autorità Usa per acquistare fino al 50% di Occidental Petroleum. L'esposizione di Buffett nel settore energetico è iniziata nel 2019, con una quota del big petrolifero ed è aumentata nel 2020 con l'ingresso in Chevron. Con il rialzo dei prezzi delle materie prime all'inizio di quest'anno, Buffett ha incrementato le sue partecipazioni nelle due aziende. Un interesse piuttosto corposo, dato che dei miliardi investiti da Berkshire nel primo trimestre del 2022, il 70% erano azioni di Occidental e Chevron.

«Un rinnovato interesse per l'oro nero che nasce - commenta a il Giornale Davide Tabarelli presidente di Nomisma Energia - dalla mancanza di petrolio per scarsa capacità produttiva e, in parallelo, dal fallimento delle politiche volte all'abbandono di questa fonte energetica». Ecco allora che il blitz estivo di Buffett riaccende i riflettori su un settore che in autunno potrebbe riservare importanti rialzi.

Il prezzo del greggio, si prevede, tornerà a crescere (venerdì ha chiuso in area 90 dollari il Wti e 96 dollari il Brent) «e mancando petrolio sono attesi nuovi investimenti in capacità produttiva che spingeranno titoli sottovalutati come Saipem ed Eni», aggiunge Tabarelli. Sebbene il rialzo del prezzo del petrolio sembra essersi fermato nell'ultimo mese, bloccando così ulteriori guadagni per il settore energetico, diversi analisti ritengono che i prezzi del petrolio torneranno a correre. Tra i «rialzisti» c'è anche JP Morgan Chase, che la scorsa settimana ha avvertito che le quotazioni del petrolio potrebbero salire fino a 380 dollari al barile se le nazioni del G7 riusciranno a imporre limiti al prezzo del petrolio russo e spingeranno Vladimir Putin a imporre tagli alla produzione per rappresaglia.

Un estremo. Ma che dà bene l'idea del sentiment del momento, facendo capire che Buffett avrebbe comprato sfruttando i ribassi del mercato degli ultimi mesi: a marzo il Brent viaggiava sui 120 dollari e da allora i prezzi sono scesi di oltre il 25 per cento.

Un autunno caldo attende comunque il settore energetico in generale. Sulle utility, da Enel ad A2a passando (tra le tante) per Edison ed Iren, impatta la crisi del gas e in particolare le misure di contenimento dei prezzi come il tetto sugli extra profitti. Lo Stato ha dovuto rivedere al ribasso le stime del gettito ma tra settembre e ottobre saranno raccolti tra 1 e 1,5 miliardi. Non è escluso, poi, che non cambi il perimetro di definizione degli oneri per alleggerire davvero le bollette di famiglie e imprese. La formula italiana prevede un prelievo pari al 25% dei presunti extra-profitti realizzati dalle imprese del settore energetico nel periodo ottobre 2021-aprile 2022 rispetto allo stesso arco temporale nei 12 mesi precedenti.

L'indefinito scenario che riguarda il mondo dell'energia nei prossimi mesi, con la politica che potrebbe prendere decisioni emergenziali imprevedibili, avrà un impatto sul mondo delle utility, ma anche su progetti in corso come la quotazione di Plenitude da parte di Eni.

La costola verde (con luce e gas) del gruppo guidato da Claudio Descalzi ha rinviato la quotazione attesa a luglio a data da destinarsi e il mercato volatile e il contesto incerto potrebbero complicarne il debutto.

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