nostro inviato a Londra
La banca sta «attuando misure decise per gestire i problemi dei crediti deteriorati ereditati dal passato», ha detto ieri Jean Pierre Mustier alla platea di analisti riunita a Londra. L'ad di Unicredit, arrivato al timone a luglio, deve partire da un 2016 che vedrà nel quarto trimestre poste straordinarie negative per 12,2 miliardi di cui 8,1 miliardi da rettifiche su crediti e il resto da rettifiche su partecipazioni e altre svalutazioni. Ma il fardello passato riguarda soprattutto i prestiti di difficile riscossione: circa 75 miliardi di euro lordi. Il 64% del totale è stato erogato fra il 2005 e il 2010 e risultano anche frutto dell'acquisizione di Capitalia, avvenuta nel 2007. «La percentuale sul totale scende al 14% per i prestiti erogati dal 2011 a oggi a conferma che la qualità del credito degli ultimi sei anni è migliorata malgrado la crisi», ha sottolineato Massimiliano Fossati, responsabile rischi del gruppo.
L'ad Mustier ha più volte definito la "cura" come un piano «pragmatico basato su presupposti prudenti, con obiettivi concreti e raggiungibili, in funzione di leve di gestione del rischio e dei costi che sono saldamente sotto il nostro controllo». La banca ha già sottoscritto due accordi per la cessione di un portafoglio di 17,7 miliardi di euro di sofferenze. Uno è stato siglato con Fortress e l'altro con Pimco. Entrambi prevedono la costituzione di veicoli in cui Unicredit avrà una posizione di minoranza. L'orizzonte temporale per il completamento delle transazioni è previsto entro giugno 2017. Non solo. Unicredit effettuerà svalutazioni per 12,2 miliardi di euro nel quarto trimestre del 2016, di cui 8,1 miliardi per rettifiche su crediti e 4,1 miliardi per rettifiche su partecipazioni e altre svalutazioni.
A fine piano Unicredit conta di avere un tasso di copertura dei crediti deteriorati lordi superiore al 54% (a fine settembre 2016 era al 52,6%). Per le sofferenze sarà superiore al 63% (dal 61,9% attuale), mentre sulle inadempienze probabili oltre 38% (da 34,3%).CC
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