La guerra del rating: Moody's boccia S&P

La guerra del rating: Moody's boccia S&P

Dopo aver marciato compatte, aiutando la grande finanza americana a scaricare il costo della crisi sulle spalle dell'Eurozona, le prime tre agenzie di rating al mondo sono costrette a schierarsi una contro l'altra. Così ieri Moody' ha sparato al petto della «sorella» maggiore Standard & Poor's, o meglio della sua controllante McGraw-Hill. Il debito del colosso editoriale -i cui interessi spaziano dalla stampa alla manualistica, dalle valutazioni finanziarie appunto con il marchio S&P a quelle sul petrolio con Platt's - è ora considerato poco più che «spazzatura»: dopo un doppio ribasso, il giudizio è infatti sceso da «A3 »a «Baa2», soltanto due gradini sopra la soglia dell'investment grade. E l'attacco potrebbe continuare, visto che l'outlook rimane negativo. Un po' più «comprensiva» l'altra agenzia, Fitch, che all'inizio del mese aveva assunto una decisione simile, ma abbassando l'asticella di una sola tacca («Bbb+»). Il «fuoco amico» di Moody's e Fitch è stato innescato dalla maxi-causa con cui l'amministrazione Obama ha deciso di chiedere conto a S&P dei lusinghieri giudizi, a suo tempo espressi, su miglia di titoli immobiliari venduti a piene mani dalle banche d'investimento, che sarebbero poi stati alla base della crisi dei mutui subprime nel 2007. La stessa che ha provocato il fallimento di Lehman Brothers e che è poi deflagrata nella peggior crisi finanziaria ed economica dal Dopoguerra. L'accusa è frode e la Casa Bianca punta a un risarcimento di almeno 5 mililardi di dollari. Senza contare le richieste dei singoli Stati Usa, come la Calilfornia che pretende 4 miliardi.
S&P ha repinto gli addebiti, confermando la correttezza delle sue valutazioni, ma l'azione legale dimostra la volontà di Obama di incidere in profondità sulle regole di Wall Street. Nel financial district si considera poi sostanzialmente certa un'offensiva da parte di S&P, che entro breve potrebbe abbracciare il fucile contro Moody's e Ficth, abbassandone il merito di credito. Queste stesse potrebbero inoltre finire nel mirino della giustizia Usa per lo stesso motivo della concorrente. L'impulso autodistruttivo riaccende le polemiche contro lo strapotere finora esercitato dalle tre «sorelle del rating».

La loro supremazia potrebbe quindi incrinarsi, complice la decisione della Cina, ormai vera locomotiva dell'economia mondiale, di gettare nella mischia la «sua» Dagong. Dopo i colpi subiti la scorsa estate, all'acme della guerra del debito sovrano, anche l'Europa aveva pensato di dotarsi di una propria linea di difesa, ma il progetto va a rilento.

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