Una leggina inserita tra le pieghe del decreto Milleproroghe ha cercato di anticipare la nomina di molti dei presidenti delle province da gennaio al 31 ottobre. Giusto un giorno prima dell'inizio della procedura lunga sei mesi per la selezione del nuovo Consiglio della Fondazione Cariplo nominato per metà dagli enti locali e, a cascata, del successore di Giuseppe Guzzetti, il patron dell'ente milanese dal 1997 e in scadenza a primavera del prossimo anno. Ma il blitz dei nuovi alleati di governo è fallito e il centrosinistra è rimasto in trincea. Perché l'avvocato di Turate ha giocato d'anticipo. E già il 25 settembre ha sollecitato le province coinvolte nel giro di poltrone a indicare le terne con le candidature, da cui poi scegliere i 28 nuovi organi dell'ente. Per fine anno gli 84 nomi delle terne dovrebbero essere pronti ma ci sarà tempo fino a marzo per spuntare i selezionati. Delle 14 terne di candidati pubblici da selezionare, in partenza 11 sarebbero attribuibili al centrosinistra, che così mantiene le posizioni (tra i veri grandi elettori c'è anche il sindaco di Milano, Beppe Sala), e 3 a Lega-centrodestra. Che sarebbero comunque «concertati», si dice, con lo stesso Guzzetti grazie agli ottimi rapporti con il sottosegretario del Carroccio, Giancarlo Giorgetti. Già in passato Guzzetti ha dimostrato di saper dialogare con la Lega, forte anche della presa sul territorio: è stato presidente della Regione Lombardia per 8 anni, infine senatore della Repubblica per due legislature. E nel '97 ha conquistato la presidenza della Cariplo su indicazione della Provincia di Como, al tempo guidata proprio dal leghista Armando Selva, nonostante il veto espresso da Umberto Bossi.
Gli organi strategici e di gestione di Cariplo sono la Commissione Centrale di Beneficenza e il cda e scadono entrambi a fine aprile con l'approvazione del bilancio. Dopo il protocollo siglato tra Mef e Acri, il mandato dei consiglieri di Cariplo è sceso da 6 a 4 anni, il numero dei membri della Commissione è stato appunto ridotto da 40 a 28, quello dei componenti il consiglio da 9 a 7. Il meccanismo elettorale prevede un mix di nominati dagli enti locali e di selezionati tra esponenti della società civile. È stato, inoltre, introdotto un meccanismo di alternanza tra province minori. I membri della nuova Commissione Centrale saranno scelti da quella uscente guidata da Guzzetti che può contare anche sul consenso nelle associazioni e diocesi che nominano i 14 rappresentanti della società civile. Con questo meccanismo, insomma, sarà sempre Guzzetti - il cui mandato, confermato già due volte, non è più rinnovabile - a fare da regista alla nascita del prossimo governo della fondazione. Che così sarà comunque «guzzettiana».
Dai profili delle candidature che i vari enti locali inseriranno nelle terne, la Ccb uscente sceglierà alla fine il nuovo presidente. «Deve essere un presidente che abbia sensibilità sul sociale», ha detto Guzzetti. Il profilo immaginato sembra calzare a pennello per Letizia Moratti, ex sindaco di Milano, ora presidente del consiglio di gestione di Ubi, impegnata nella filantropia soprattutto con la Comunità di San Patrignano. Di certo, alla partita sulla Fondazione Cariplo, che si intreccia con quella sul vertice dell'Acri, è appesa quella sul rinnovo del cda di Intesa Sanpaolo previsto in primavera. Guzzetti vorrà avere l'ultima parola, forte del 4,6% in mano alla Cariplo, soprattutto sul nome del nuovo presidente di Intesa.
Poi potrà lasciare il «trono». Difficile, però, immaginarsi Guzzetti ai giardinetti con i nipotini. Sarà impegnato nel fare da tutore ai suoi eredi e da garante ai progetti filantropici avviati: dal welfare «di comunità» all'housing sociale.
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