I 120 anni di Bankitalia e il rebus dell'euro

La celebrazione è occasione importante per ricordare i momenti della sua storia e riflettere sulle sfide che la attendono

I 120 anni di Bankitalia  e il rebus dell'euro

La celebrazione dei 120 anni di vita della Banca d'Italia è occasione importante per ricordare i momenti salienti della sua storia. È anche un momento, però, per riflettere sulle principali sfide che la attendono. Pur essendo nata nel 1893, la Banca d'Italia inizia ad assumere un carattere più marcatamente pubblicistico solo nel periodo post bellico della Prima guerra, quando, dopo una serie di interventi finalizzati a sostenere il sistema economico e finanziario, l'Istituto inizia ad assumere le funzioni di Banca centrale e di organo di vigilanza sul corretto funzionamento del sistema finanziario. Successivamente, dopo la Seconda guerra, molte cose importanti furono introdotte, dandole quel ruolo indipendente di controllo sulla stabilità del sistema finanziario e, nel contempo, di sostegno, attraverso la politica monetaria, allo sviluppo del sistema economico. Nel 1948 viene introdotto a livello costituzionale il principio della tutela del risparmio che ha guidato l'Istituto di vigilanza e ha ispirato molte regolamentazioni a supporto del buon finanziamento dei mercati. Gli anni Settanta furono anni difficili, sia per il verificarsi della crisi valutaria sia per le forti spinte inflazionistiche. Arriviamo agli anni Novanta, in particolare al 1992, anno in cui si giunse alla firma del Trattato di Maastricht, pietra miliare per la realizzazione del Sistema europeo delle Banche centrali e per la moneta unica. Con la nascita della Bce e con l'entrata in vigore dell'euro, anche il ruolo della Banca d'Italia viene a essere ridefinito. Dopo 120 anni, oggi, credo sia importante ricordare due elementi importanti. Da un lato, la Banca d'Italia ha saputo sempre assolvere al proprio ruolo, pur in fasi difficili della nostra storia, in modo coerente con le necessità del Paese; dall'altro, è stata, nei decenni, Scuola per la classe dirigente in Italia e in Europa, nell'ambito di istituzioni sia governative sia monetarie. Sulla base di questi punti di forza, guardiamo al futuro con la consapevolezza di avere un Organismo che potrà continuare a esercitare un ruolo prezioso rispetto al buon funzionamento del sistema. Mi sembra ci siano tre ambiti importanti. La Banca d'Italia continui a esercitare quell'attività di vigilanza e di indirizzo che ha consentito al sistema del credito di mantenere caratteristiche di stabilità anche in fasi difficili dei mercati. Ritengo, altresì, rilevante il consolidamento di attività finanziarie relative al risparmio gestito. È davvero un peccato che l'Italia, Paese con propensioni al risparmio tra le più alte al mondo, non abbia saputo sviluppare un'industria del risparmio gestito coerente con questo potenziale.

Infine, sarà importante ben interpretare le regolamentazioni internazionali che, guidando le modalità di assunzione dei rischi degli operatori bancari, potrebbero inficiare il meccanismo di finanziamento del nostro sistema economico e imprenditoriale, storicamente basato sul rapporto con il sistema del credito.

*Professore di Finanza al Politecnico di Milano
twitter@marco_giorgino

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