D'Ieteren, distributore belga di automobili che fa capo all'omonima famiglia, punta al controllo dei taccuini Moleskine. Nata francese, resa celebre da mostri sacri come Bruce Chatwin ed Ernest Hemingway, e poi rinata in Italia nel 1997, è stata quotata a Piazza Affari nel 2013 dai fondi di private equity Appunti e Pentavest. Gli stessi che ieri hanno sottoscritto un accordo con D'Ieteren per cedere il 41% della società. Il prezzo è di 2,4 euro per azione, cui corrisponde una valutazione dell'equity della società di 506 milioni. Successivamente la stessa D'Ieteren lancerà un'offerta pubblica di acquisto obbligatoria sulle azioni rimanenti allo stesso prezzo, non condizionata al raggiungimento di alcuna soglia di adesione, nel corso dell'ultimo trimestre del 2016. Nel caso in cui fosse raggiunta la soglia di legge (95%) i belgi delisteranno le azioni Moleskine dalla Borsa di Milano.
Se l'operazione andrà in porto, i taccuini finiranno in un gruppo che già possiede due brand forti: D'Ieteren Auto, distributore in Belgio di veicoli Volkswagen, Audi, Seat, Skoda, Bentley, Lamborghini, Bugatti, Porsche e Yamaha, e Belron, leader mondiale nella riparazione e sostituzione dei cristalli per veicoli con i marchi Carglass, Autoglass e Safelite. D'Ieteren potrà adesso allargare il business anche alla cartoleria di lusso, agli zaini e accessori firmati Moleskine (oltre ad alcuni Cafè aperti di recente per diversificare, l'ultimo in centro a Milano).
I rumor su una possibile uscita dei fondi avevano cominciato circolare all'inizio di aprile, a pochi giorni dallo scadere del lock-up successivo a una prima vendita sul mercato di un pacchetto complessivo del 7% del capitale nel novembre 2015. In quell'occasione Appunti (che fa capo a Syntegra e che risulta in liquidazione volontaria) era così scesa al 36,69% e Pentavest (che fa capo a Index Ventures) era scesa al 6,31%.
Per cedere il restante 41% sarebbe stato affidato un mandato a all'advisor Rothschild, che aveva già seguito il collocamento tre anni fa. La società era stata quotata a 2,3 euro per azione per una capitalizzazione di 490 milioni.
Il gruppo guidato dall'amministratore delegato Arrigo Berni è tornato ai valori dell'Ipo (riacciuffati all'inizio di giugno) e oggi tratta a 2,1 euro (ieri ha chiuso con un +0,38%) per un capitalizzazione di 450 milioni e un giro d'affari che a fine 2015 ha superato i 128 milioni di euro di ricavi.
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