I commercianti sono favorevoli a misure che favoriscono la tracciabilità ma in realtà devono sostenere gli alti costi di gestione dei Pos. Tutto questo si inserisce nel dibattito di questi giorni sul piano del governo giallorosso volto a incentivare i pagamenti elettronici per contrastare l’evasione. L’obiettivo è quello di recuperare nel 2020 circa 4 miliardi dei 33 di Iva evasa ogni anno nel nostro Paese.
Come riporta La Stampa, il costo delle macchinette resta infatti alto tra oneri di installazione e canoni. Basti pensare che un Pos fisso costa 15 euro al mese più Iva con le Poste, 28,5 quello di Unicredit, da 9 a 18 euro quello di Intesa. La versione cordless può arrivare anche a 40 euro mensili. Per un dispositivo elettronico non appoggiato al conto Unicredit chiede invece 100 euro/mese. In questo modo in un anno un esercente spende da un minino di 108 ad un massimo di 480 euro.
A queste cifre vanno poi aggiunti i canoni mensili sui collegamenti.
Con Intesa Sanpaolo si va da una cifra minima di 9 euro, quando il Pos è collegato a una linea analogica, ad un massimo di 40 euro per un dispositivo cordless. Poi bisogna considerare le commissioni applicate sulle transazioni, che vengono incrementate da operatori come American Express, Diners e le stesse Poste.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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