Mercati europei spaventati dalle prossime mosse della Federal Reserve presieduta da Janet Yellen, che potrebbe decidere un rialzo dei tassi già nella riunione del 21 settembre. Così Milano ieri è stata maglia nera in Europa in calo dell'1,84% mentre Parigi ha perso l'1,22%, Francoforte l'1,42% e Londra l'1 per cento. In Piazza Affari per i titoli bancari è stata una giornata difficile, con Mps in calo del 3,4%, insieme a Unicredit -3,76%, Intesa Sanpaolo -2,03% mentre Bpm e Banco Popolare hanno perso rispettivamente l'1,95 e il 2,98 per cento.
La campanella d'allarme l'aveva fatta scattare Eric Rosengren, presidente della Fed di Boston, venerdì scorso dicendo che «ci sono ragionevoli condizioni» affinché il costo del denaro sia alzato: «Tenere i tassi bassi troppo a lungo - aveva detto - rischia di surriscaldare l'economia». Sulla stessa lunghezza d'onda anche altri membri della Fed che ritengono l'economia americana pronta comunque a raggiungere gli obiettivi fissati.
Ma se i «falchi» spingono per il rialzo dei tassi, l'ala delle «colombe» capitanata da Lael Brainard ha poi rincuorato Wall Street, che ha così cambiato rotta fino a guadagnare lo 0,8% alle ore 21 italiane.
Il membro del Board della Fed, ha infatti spiegato che ci vuole «prudenza» nel normalizzare la politica monetaria della banca centrale Usa. «Credo che questo approccio abbia funzionato nei mesi recenti, aiutando a sostenere continui passi avanti nell'occupazione e progressi sul fronte dell'inflazione».
Brainard si è detto «impaziente di valutare i dati macroeconomici nei mesi a venire per determinare i progressi verso il raggiungimento degli obiettivi» della Fed (piena occupazione e stabilità dei prezzi), cosa che porta a pensare che una stretta non ci sarà fino alla riunione in programma a dicembre e non il 21 settembre. Brainard ha aggiunto che «le condizioni per una stretta sono meno convincenti visto che l'effetto sull'inflazione di un mercato del lavoro ristretto, dove è difficile trovare lavoratori con determinate competenze, probabilmente sarà moderato e graduale». I dati macroeconomici dunque non sono così chiari e consentirebbero ancora una seria discussione sull'aumento.
Del resto ieri mattina Dennis Lockhart (Fed di Atlanta) e Neel Kashkari (Fed di Minneapolis) avevano detto che, al momento, non c'era urgenza nell'effettuare una stretta monetaria. Intanto però i mercati hanno sofferto. In settimana, arriveranno importanti rilevazioni quali l'andamento dell'inflazione nelle grandi economie europee. L'obiettivo dell'aumento dell'inflazione e dei prezzi intorno al 2% è l'obiettivo della Banca centrale europea capitanata da Mario Draghi che giovedì scorso ha mantenuto lo status quo, deludendo quanti si aspettavano l'ampliamento del quantitative easing oltre la scadenza del marzo 2017. In ogni caso ieri la giornata era comunquecominciata male con le Borse asiatiche che avevano chiuso in ribasso.
Quanto allo spread, la differenza di rendimento tra Btp e Bund, ha segnato 125 punti base in rialzo dai 124 di venerdì. Sul fronte dei collocamenti il ministero dell'Economia ha piazzato 6,75 miliardi di Bot a un anno con tassi in rialzo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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