Dopo il saldo negativo accusato lo scorso mese, l'industria italiana del risparmio gestito torna a registrare una raccolta positiva a marzo di 3,4 miliardi di euro. Un risultato praticamente tutto ascrivibile alle sottoscrizioni di fondi comuni (+3,25 miliardi) mentre le gestioni di portafoglio non sono andate oltre un saldo attivo di 165 milioni (peraltro frutto di un surplus di 277 milioni per le gestioni retail e un bilancio negativo mensile per 112 milioni per le gestioni dedicate agli istituzionali). Stabile, invece, il patrimonio complessivo a 2.083 miliardi, di cui 1.056 miliardi (50,3% del totale) fanno capo ai fondi e 1.027 (49,3%) alle gestioni di portafoglio. Per quanto riguarda i fondi, si confermano le preferenze già emerse lo scorso mese con la sola vera novità relativa ai fondi azionari il cui saldo mensile è passato da negativo (-124 milioni a febbraio) a positivo (+397 milioni a marzo). Per il resto i fondi flessibili guidano le preferenze (3,4 miliardi di raccolta netta mensile), seguiti dai bilanciati (1,58 miliardi); in rosso, invece, sia gli obbligazionari (-1,13 miliardi) e sia, soprattutto, i fondi monetari (-1,26 miliardi). Su questi ultimi continua a pesare il contesto di tassi negativi del mercato monetario della zona euro imposti dalle politiche della Bce che scoraggia l'uso di qualsiasi fondo monetario come parcheggio della liquidità che comporterebbe un rendimento negativo come quello registrato negli ultimi 12 mesi (-0,74%). I fondi obbligazionari, in ogni caso, restano leader di mercato come patrimonio in gestione (405,1 miliardi e un 40,4% di market share), davanti ai flessibili (246,2 miliardi) e agli azionari (218 miliardi).
Per quanto riguarda poi il consueto confronto tra i fondi comuni italiani e quelli di diritto estero, questi ultimi si sono subito rifatti dopo il passo falso di febbraio: a marzo la loro raccolta netta si è attestata a 2,15 miliardi al di sopra degli 853 milioni accumulati dai fondi di diritto italiano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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