Economia

I furbetti dell’Enasarco

Case scontate e investimenti fallimentari

I furbetti dell’Enasarco

Non è semplice acquistare a prezzo agevolato un immobile dal vasto patrimonio dell'Enasarco, la cassa di previdenza degli agenti di commercio. Nemmeno gli inquilini che ci vivono da decenni in affitto potrebbero ottenere sconti sul valore degli immobili che abitano.

Ma un'eccezione c'è. Chi volesse l'agevolazione può provare a diventare funzionario della Segreteria Nazionale di Uil-Tucs. Ben quattro funzionari su otto, infatti, hanno acquistato immobili a prezzo agevolato dall'Enasarco per loro e per i loro famigliari. Ora, per capire bene questa storia e quanto possa essere fastidiosa per gli oltre duecentomila agenti italiani bisogna fare qualche passo indietro e cercare di dare un nome e un ruolo a tutti i personaggi. Tutti gli agenti di commercio italiani versano una parte delle loro provvigioni all'Enasarco come contributo previdenziale; la Fondazione erogherà, al raggiungimento dei requisiti minimi una pensione integrativa a quella dell'INPS. Questo fa dell'Enasarco un ente prezioso e, considerato che gli agenti contribuenti sono oltre duecentomila, molto ricco. Un bottino ambito da molti potentati economico politici nel nostro Paese. E qui ritornano rientra in gioco Uil-Tucs, che nella persona di Brunetto Boco ha guidato l’Enasarco nell’ultimo decennio, con la doppia carica di Segretario Nazionale Uil-Tucs e Presidente della Cassa degli agenti.

Già suona molto curioso che il Presidente di un ente acquisti case a prezzi scontati dall’ente stesso. La situazione diventa ancora più spinosa quando gli immobili acquistati da Boco e dai suoi colleghi funzionari Uil diventano una decina per un valore complessivo che sfiora i 15 milioni di euro. Tra gli immobili acquistati risultano l'attuale sede nazionale di Uil-Tucs in Via Nizza 128 a Roma, la cui cessione ha anche richiesto una difficoltosa uscita da un fondo Enasarco, la sede nazionale di Uil Trasporti, in via Gaeta 13 a Roma, un immobile acquistato da Carmelo Barbagallo, Segretario Nazionale della Uil, e uno in affitto al figlio dello stesso Barbagallo. Se a tutto questo aggiungiamo che nel mese di aprile, per la prima volta in settant’anni di storia della Fondazione, il vertici saranno eletti direttamente dagli agenti di commercio italiani tramite votazioni telematiche e che Uil-Tucs è candidata a guidare la cassa essendo promotrice, insieme all'associazione ATSC del capolista Franco Damiani, della lista “X Enasarco decidi tu” ci sono tutte le condizioni per chiedersi se i funzionari Uil-Tucs non siano più interessati alle case scontate che alla trasparente gestione delle pensioni degli agenti.

Non bisogna dimenticare che l’Enasarco è stato particolarmente chiacchierato sotto la Presidenza Boco a causa di alcuni investimenti poco prudenti in prodotti derivati. Investimenti che pare siano stati effettuati tenendo all'oscuro il Consiglio d'amministrazione dell'ente al quale sarebbe stata sottoposta una delibera diversa rispetto ai documenti realmente sottoscritti. E’ proprio a causa di questi investimenti che Boco ha ricevuto una richiesta di approfondimenti da parte della Corte dei Conti che, oltre a cercare di fare chiarezza sulla situazione, ha avviato un procedimento di risarcimento nei confronti del Presidente battente bandiera Uil. E non si parla di piccole cifre. Oltre 11 milioni di euro che la Corte dei Conti addebiterebbe a diverse leggerezze dell’allora Presidente e dei suoi più stretti collaboratori. Boco risponde che la responsabilità delle gravi perdite subite dall’Enasarco non è sua, i documenti che le hanno causate erano scritti in lingua inglese e lui non ne ha adeguata conoscenza. Per quanto li abbia sottoscritti non ne conosceva il contenuto. A far apparire più grottesca questa situazione, una piccola parentesi di parentopoli che sembra dimostrare come la Uil tratti l'Enasarco come terreno privato: il Presidente Boco, infatti, dentro la Fondazione ha sistemato il compagno della figlia. Insomma, questa è una storia di case vendute a prezzi scontati, investimenti sbagliati e poca trasparenza. L’unico problema è che in tutti i casi a rimetterci sono stati quegli agenti di commercio che la Cassa la costruiscono con le loro contribuzioni e dal 1 al 14 aprile si troveranno a dover scegliere i nuovi vertici della Fondazione Enasarco.

Siamo certi che ne terranno conto.

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