Settembre 2013, l'Unione europea contro l'abolizione dell'Imu. Il commissario Olly Rehn spiega che va contro le raccomandazioni della Commissione all'Italia. Settembre 2015, altro esecutivo Ue e altro governo italiano (da Silvio Berlusconi a Matteo Renzi), ma la musica non cambia. Alle istituzioni di Bruxelles non va proprio che si taglino le imposte sugli immobili, questa volta la Tasi sulla prima casa, e il messaggio viene recapitato direttamente al Presidente del Consiglio.
La tesi trova sostenitori in patria. Ieri si è schierato con questa impostazione l'ex segretario Pd Pierluigi Bersani e il segretario della Fiom Maurizio Landini. Tutti d'accordo su una patrimoniale (immobiliare) per alleggerire il fisco sulla produzione e sul lavoro.
Quelo dell'Europa da un punto di vista formale è un richiamo ineccepibile. Nelle raccomandazioni specifiche per i paesi dell'Unione si dice che l'Italia deve «spostare il carico fiscale della tassazione dai fattori produttivi alla tassazione ricorrente sulla proprietà immobilire». Quanto questa raccomandazione sia pertinente è tutta un'altra storia.
Si ripete ininterrottametne da anni. In quelli d'oro per il mattone italiano, ma anche oggi. Un copia e incolla che è proseguito anche dopo la stangata sul mattone dei governi Monti e Letta e ha ignorato l'aumento del gettito da tasse sul patrimonio immobuiliare passato da nove miliardi a 25 miliardi.
Una sorta di «ossessione» contro il mattone, spiega il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa, che ha delle ragioni specifiche. C'è sicuramente un errore di fondo, l'idea sbagliata che la casa non produca ricchezza. «Ma poi c'è anche un interesse preciso». Quello che vorrebbe «spostare gli investimenti dal mattone alla finanza, limitando quella forma di capitalismo popolare tipico dell'Italia», spiega il presidente dell'associazione dei proprietari immobiliari.
La giustificazione è, appunto, che investendo sul mattone non si produca reddito. In realtà «gli immobli muovono l'economia esattamente come altre forme di investimento. In Italia c'è sempre stata la tendenza a investire la liquidazione e i risparmi in un immobile da dare in affitto per integrare la pensione». Intorno alle compravendite immobiliari si muove un mondo. «C'è l'intermediazione, i servizi professionali, le ristrutturazioni e la manutenzione. Poi l'arredamento, per il quale non bastano gli incentivi. Servono occasioni di acquisto che si creano solo con gli scambi immobiliari». Poi «c'è l'effetto fiducia. Se il valore dell'immobile di proprietà tiene, c'è una maggiore propensione ai consumi. E l'economia italiana si basa per il 60% sui consumi».
Terzo errore, l'Europa si comporta «come se in questi anni non fosse successo niente». Le stangate sulla casa hanno provocato un crollo delle compravendite e una perdita di valore del patrimonio immobiliare che si avvicina ai 2.000 miliardi. Con danni per l'economia reale. «Proprio di fronte ai danni provocati italia da questo aumento, è impensabile riporre» una patirmoniale.
Valutazioni che sembrano non interessare chi ci raccomanda di tassare ancora la casa. E non è solo l'Ue.
Dalla Germania arrivano periodicamente studi dai quali emerge che gli italiani sono più ricchi dei tedeschi e terminano con la raccomandazione ad applicare una patrimoniale. Sta ai governi non ascoltare questi consigli.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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