Per i liguri sarà presente Mattia. Dopo il rally, azioni Camfin giù del 14,4%

Per i liguri sarà presente Mattia. Dopo il rally, azioni Camfin giù del 14,4%

Sarebbe stata una lettera di diffida, inviata dagli avvocati di Marco Tronchetti Provera, a far recedere Vittorio Malacalza, insieme ai figli Davide e Mattia, dall'intenzione di rendere di pubblico dominio, lunedì a Borsa chiusa, le ragioni del duro scontro in atto sull'indebitamento della holding Camfin. Resta da vedere se si tratta solo di un rinvio oppure se la famiglia genovese ha deciso di non uscire più allo scoperto. Una risposta potrebbe arrivare oggi, al termine di un consiglio di amministrazione di Gpi, la «cassaforte» che controlla Camfin (Tronchetti Provera ne detiene il 57,52% e i Malacalza il 30,94%) che si preannuncia incandescente. L'inizio è fissato per le 15 e, per la famiglia genovose, sarà presente, a Milano, Mattia Malacalza. Da più parti, in proposito, si sostiene che il cda odierno di Gpi possa dare il via ufficiale alle procedure che porteranno le parti al divorzio. In vista della riunione, anche ieri i soci, per ora, di Tronchetti Provera si sono chiusi in conclave per discutere la strategia da adottare. Nessun commento arriva dalla Bicocca. Dal canto suo la Consob, che continua a monitorare il titolo Camfin, seguirà con interesse l'incontro dei grandi soci della galassia Pirelli, pronta a chiedere lumi se il cda di Gpi dovesse prendere decisioni «price sensitive», cioè che possano interessare le società quotate a valle. In Borsa, intanto, alla vigilia del confronto Tronchetti Provera-Malacalza, le azioni Camfin sono scivolate del 14,47% a 0,38 euro, mentre il titolo Pirelli è arretrato dello 0,45%.
Dallo scorso 14 agosto, ovvero dal giorno in cui è emerso lo scontro tra le due famiglie, il titolo della holding era cresciuto, fino a ieri, del 50% (da 0,30 a 0,45 euro).
Quello di ieri, dunque, dopo il recente rally è stato il giorno dei realizzi. Notevoli i volumi, con il 2,2% del capitale scambiato. «È possibile - osserva un analista - che qualcuno degli attori abbia comprato azioni per rafforzare la propria partecipazione».
Nel faccia a faccia di oggi, Mattia Malacalza potrebbe imputare a Tronchetti Provera, sulla questione del debito di Camfin, di aver agito in conflitto di interessi, scegliendo la strada del bond per mantenere il suo ruolo di dominus lungo la catena di controllo di Pirelli. Da parte sua il cda della holding, in occasione dell'ok al bond deciso con il supporto di Banca Leonardo, ha motivato l'esclusione dell'aumento «a causa della difficile congiuntura dei mercati dei capitali e per il possibile conseguente effetto fortemente diluitivo», per di più con il titolo che tratta a sconto di oltre il 50% sul Nav.


Di diverso avviso sono probabilmente i Malacalza che, sedendo su un miliardo di euro di liquidità, non comprendono per quale ragione si debba sostituire debito vecchio con debito nuovo senza procedere a un rafforzamento patrimoniale della società. Oggi, di sicuro, la resa dei conti.

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