I Marzotto patteggiano sei mesi

Otto patteggiamenti a sei mesi, convertiti in una pena pecuniaria di 20.500 euro a testa, per un totale di 164mila euro. Hanno chiuso così la vicenda giudiziaria per una presunta evasione fiscale scaturita dalla vendita di quote di Valentino Fashion Group, otto esponenti delle famiglie Marzotto e Donà delle Rose, tra cui Vittorio Marzotto. I patteggiamenti sono stati ratificati dal gip di Milano Cristina Di Censo, dopo l'accordo tra i pm Laura Pedio e Gaetano Ruta, titolari dell'inchiesta, e le difese. In particolare, il giudice ha ratificato i patteggiamenti a 6 mesi, convertiti in pena pecuniaria, triplicata in ragione della capacità economica (20.500 euro a testa), per Vittorio, Margherita, Maria Rosaria e Cristiana Marzotto, Andrea, Isabella e Rosanna Donà delle Rose e Ferdinando Businaro.
Secondo l'accusa, gli indagati non avrebbero pagato le imposte in Italia sulla plusvalenza realizzata dalla vendita delle loro quote del gruppo della moda al fondo Permira attraverso la Icg, che ha sede in Lussemburgo e di cui sono proprietari. L'imposta evasa, su una plusvalenza di circa 200 milioni di euro, ammonterebbe a 71 milioni. Nel novembre scorso agli indAgati erano stati sequestrati beni per 61 milioni. Vittorio Marzotto, in qualità di legale rappresentante della Icg, ha già versato al Fisco circa 57 milioni di euro.


Dei 13 indagati, gli altri cinque - Matteo Marzotto, uno dei soci della società Icg al centro dell'inchiesta, Diamante Marzotto, Bart Zech, amministratore della società, Pierre Kladni, presidente del cda, e l'immobiliarista Massimo Caputi -sono stati mandati a processo con citazione diretta.

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