I russi di Wind vogliono Tim Brasil

LetterOne, che controlla Vimpelcom, pronta a investire quattro miliardi in una fusione brasiliana con Oi

Continua la voglia di consolidamento del mercato mondiale delle tlc. In Brasile LetterOne, fondo controllato dal miliardario russo Mikhail Fridman, potrebbe investire fino a 4 miliardi di dollari nell'operatore brasiliano di telefonia mobile Oi, se quest'ultimo dovesse aggregarsi con la rivale Tim Brasil. Da sottolineare che LetterOne, che investe in energia, tecnologia e tlc, controlla anche Vimpelcom ossia la società che ha comperato il terzo gestore italiano di telefonia fissa e mobile, Wind, che si appresta a fondersi con «3» e diventare leader nei clienti. Insomma uno scenario fluido dove fusioni e acquisizioni sono, almeno negli ultimi tempi, frequenti nelle tlc.

Oi, da tempo in crisi e fortemente indebitata, sta cercando un partner e ha affidato il dossier all'advisor Btg Pactual, che ha consegnato la proposta di LetterOne ai vertici societari. Telecom, che controlla al 67% Tim Brasil, ha negato l'esistenza di qualunque trattativa. C'è però da sottolineare che nello scenario delle tlc brasiliane la possibile sua integrazione con Oi è una delle opportunità di cui si parla da tempo. Insieme, Oi e Tim Brasil gestiscono il 44% delle linee di telefonia mobile brasiliane, ben oltre l'attuale leader Vivo, controllato dagli spagnoli di Telefonica, e Claro che fa capo ad America Movil, che hanno rispettivamente il 29% e il 25% del mercato. Oi inoltre può contare su una rete di telefonia fissa diffusa su tutto il territorio che sarebbe complementare rispetto a quella a Tim Brasil, secondo operatore di telefonia mobile del Paese. Comunque vada per la Borsa è stata una buona occosione con Tim Brasil che ha registrato un rialzo del 6% e Oi del 10%. Bene anche, a Piazza Affari, Telecom Italia: +1,5%.

In realtà dietro Telecom, che è risalita sopra quota 1,10 nell'ultimo mese, ci potrebbero essere ancora le mani forti di Vivendi. La società francese, controllata da Vincent Bollorè è già il primo azionista di Telecom con il 20,03% e potrebbe salire fino al 25%. Con Vivendi primo azionista, che ha dichiarato più volte di voler essere un socio sul lungo periodo si aprono diversi scenari. Persino quello estremo di una fusione tra la stessa società francese e gli spagnoli di Telefonica di cui Vivendi ha già in portafoglio l'1%. La prospettiva sarebbe quella di creare un campione europeo. Telecom, a quel punto priva della controllata Tim Brasil, avrebbe un ruolo assolutamente marginale dato che si trasformerebbe in un operatore locale, avendo come unico business il mercato italiano.

La prospettiva di un socio forte francese spaventa però Asati, l'associazione dei piccoli azionisti di Telecom, che ha scritto al

premier Matteo Renzi, chiedendo al Governo e alle Istituzioni parlamentari di vigilare sulle possibili ricadute a medio-lungo termine derivanti dal controllo, ormai di fatto vicino alla soglia dell'Opa, (25%) da parte di Vivendi.

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